Voti serie JoJo

Devo ammetterlo: ero titubante ad iniziarlo, ma poi mi sono innamorato di Jojo dal primo capitolo. L'ambientazione nell'Inghilterra vittoriana m'ha conquistato subito, così come la subdola malignità di Dio e la baffosità del padre di Jonathan. Jonathan stesso trovo sia un protagonista un po' sfigato e abbastanza banalotto, ma è comunque perfetto per la storia in cui si muove. Per non parlare di Speedwagon, che sinceramente trovo sia uno dei comprimari più fighi di sempre, o della maestosità di Will. A. Zeppeli
In ogni caso, la storia è ancora acerba e molto semplicistica, e gli scontri non raggiungono ancora nemmeno lontanamente la tipica strategicità folle che caratterizzerà in futuro Le Bizzarre Avventure di Jojo.

Combattimenti strategici, una trama non eccelsa ma già più articolata della saga precedente e, soprattutto, dei personaggi memorabili. In pochi volumi Araki è riuscito a tirar fuori una storia ricca di momenti divertentissimi e di lacrime, una storia che personalmente continua ad emozionarmi ogni volta che ci ripenso.
Specifico, in ogni caso, che voglio dare a Battle Tendency un voto così alto principalmente per i personaggi, che secondo me sono tra i più carismatici di tutte quante le serie di Jojo.

Si arriva alla vera svolta, il momento in cui Jojo è passato dall'essere uno shonen figo tra tanti alla serie che ha cambiato il genere. Peccato che, se da un lato questo ha portato a scontri davvero spettacolari e poteri interessanti, dall'altro Stardust Crusaders abbia una trama davvero esageratamente minimale, e che l'elevatissimo numero di scontri porta inevitabilmente ad un'alternanza di archi narrativi fantastici con altri meno interessanti. Insomma, punto di svolta sì, scontri fighissimi sì, ma Araki era ancora un po' troppo acerbo.

Eccoci arrivati alla quarta serie, con il suo titolo originale che è un grottesco abominio sintattico. Lo so, sarei teoricamente tenuto ad utilizzare la versione corretta Diamond is Unbreakable, ma l'originale è qualcosa di così meravigliosamente trash che mi piace da impazzire. Ma passiamo oltre.
DiU è, a mio parere, la meglio sviluppata tra le serie di Jojo che ho letto per ora. Araki è riuscito ad unire una trama intrigante e ottimamente sviluppata con una struttura simil-episodica da slice of life, il tutto mantenendo vive e rendendo sempre più presenti e meglio gestite le meccaniche degli Stand. In questa serie abbiamo buoni colpi di scena, poteri Stand originalissimi nonché sfruttati in modo sempre brillante e personaggi ottimamente caratterizzati (chi più chi meno) che sfociano in quello che secondo me è, in quanto a gestione e dettaglio nella caratterizzazione, uno dei migliori villain di sempre: il comunissimo (o almeno così vorrebbe lui) Yoshikage Kira. Uniche pecche di questa serie sono forse l'eccessiva lentezza nell'agganciarsi a quella che sarà poi la trama vera e propria e la presenza di alcuni archi narrativi che, pur non essendo brutti, risultavano comunque un po' meno appassionanti di altri. In ogni caso, voglio comunque dare a DiU un voto altissimo, perché pur non essendo la mia serie di Jojo preferita secondo me oggettivamente lo merita.

La quinta, lo premetto, ora come ora è la mia serie di Jojo preferita, e sinceramente non saprei proprio dire il perché! Ma andiamo con ordine.
In Giorno abbiamo, a mio dire, un protagonista molto più moderno rispetto ai Jojo precedenti. Se fino a DiU abbiamo avuto dei protagonisti che in un modo o nell'altro erano clamorosamente tamarri (chi per la "anniottantosità" intrinseca del suo design e del suo comportamento, chi perché era un buzzurro e basta), GioGio è un ragazzino dall'aspetto efebico, spesso controllato nel mostrare le sue emozioni nonostante fosse calcolatore e impassibile come il Jotaro dei tempi migliori, che preferisce riempirsi la bocca di belle parole come il peggior Ichigo Kurosaki piuttosto che insultare i suoi avversari e che, soprattutto, spesso e volentieri durante gli scontri preferisce tenersi in disparte ed aiutare sul piano tattico piuttosto che prendervi parte in prima persona. Tutti questi elementi, nel bene o nel male, secondo me lo rendono un protagonista decisamente meno carismatico dei precedenti, anche perché se vogliamo essere sinceri Araki gli ha anche lasciato ben poco spazio rispetto ai suoi predecessori (ok, anche Jotaro ad un certo punto inizia ad averne pochino, tanto che un mio amico si riferisce sempre a SC come "Le Bizzarre Avventure di Polnareff", ma lui era così esageratamente tamarro nelle sue limitate apparizioni che non poteva non rimanere impresso). Un secondo particolare che credo vada certamente evidenziato riguardo a Vento Aureo è che, se effettivamente Araki inizia a tirar fuori alcuni poteri Stand talmente assurdi che una lode all'originalità non gliela toglie nessuno, in certe fasi dei combattimenti inizia a diventare egli stesso quasi titubante, arrivando in alcuni casi a svolgimenti che diventano un poco confusi; tutto questo raggiunge poi, purtroppo, il suo apice nello scontro finale con il Boss: tra il funzionamento contorto di King Crimson, l'inseguimento di Chariot e l'esageratissimo potere di Gold E. Requiem, quello che poteva essere un combattimento finale epicissimo si trasforma in un casino incredibile, che risulta tanto esaltate quanto confusionario Per quanto riguarda i personaggi, più o meno si ripete il discorso della terza serie (che poi poteva in effetti essere applicato anche alla quarta): sono davvero tanti, quindi alcuni risaltano di più ed altri di meno; purtroppo, tra quelli che risaltano di meno abbiamo però il protagonista e l'antagonista, entrambi personaggi che avrebbero potuto essere molto più interessanti se Araki avesse dedicato loro un po' di spazio in più nel corso della storia. Fortunatamente, l'altra personalità del Boss è a mio parere un personaggio davvero figo, quindi nel complesso ci pensa lui a salvare la caratterizzazione di Diavolo.
Vabè, alla fine per Vento Aureo ho scritto un sacco non dicendo all'atto pratico niente, esattamente come temevo che avrei fatto Dovevo dire brevemente i punti positivi e negativi e sono finito a scrivere una pseudo-recensione inutile
Concludiamo in fretta che sennò mi linciate:
- la trama è interessante, riesce a ricalcare la struttura del viaggio di Stardust Crusaders ma ad arricchirsi di colpi di scena e sottotrame intriganti
- Polnareff è fighissimo anche se Araki si dimostra esageratamente crudele nei suoi confronti
- l'ambientazione italica è una figata anche se sono stupidissime le scene in cui la gente fa i conti in yen
- continuo a non capire perché Vento Aureo mi abbia appassionato un casino di più delle altre serie