Lo scandalo del giornalismo videoludico

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    CITAZIONE
    "Games PR people and games journos voted for their favourite friends,
    and friends gave awards to friends, and everyone had a good night out.”

    Rab Florence

    Negli ultimi giorni la comunità internazionale dei giornalisti videoludici è stata colpita da un piccolo-grande scandalo che ne ha seriamente minato la credibilità e la fiducia presso i propri lettori. In tutto il mondo, dall’Inghilterra all’America, si è acceso il dibattito sui controversi meccanismi propri dell’industria dei videogiochi, sull’etica dei critici che, in teoria, dovrebbero essere scevri da pressioni e condizionamenti nello svolgere la propria professione e tanti altri temi correlati. In Italia nessuna testata ha seguito l’argomento, del resto parlare di giornalisti facilmente influenzabili nel corso della settimana che avrebbe visto la pubblicazione delle recensioni di Halo 4 (puntualmente ricoperto da 9 e da 10 come se piovesse) sarebbe stato piuttosto imbarazzante.

    Tutto è iniziato con un articolo scritto da Rab Florence, editorialista presso Eurogamer per la quale cura la rubrica Lost Humanity, intitolato “A Table of Doritos”. Rab ci propone una foto di Geoff Keighley (noto giornalista canadese) rivolto con uno sguardo vitro ad una telecamera che inquadra compiacente un poster di Halo e gli snack che lo circondano (i Doritos di cui sopra). Un’immagine tragicomica che, come sottolinea Florence, sintetizza perfettamente lo stato attuale del giornalismo videoludico. Si pensi che lo scandalo di cui stiamo parlando è noto ai più come “Doritosgate” nonostante né Keighley, né la ditta produttrice di queste tortilla, né tantomeno Microsoft vi siano minimamente coinvolte.

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    Il povero Geoff mentre desidera ardentemente di essere già morto

    La foto infatti offre solo uno spunto iniziale per parlare dei Games Media Awards, un festival organizzato in Inghilterra dalla rivista specializzata MCV, descritto meravigliosamente dal virgolettato che ho riportato in apertura. In altre parole, si tratta di una rassegna nel corso della quale giornalisti e PR votano i migliori media in materia di videogiochi, ovvero una grande orgia in cui ci si scambia pompini a vicenda senza soluzione di continuità. Il solo fatto che i PR delle case produttrici eleggano i migliori critici del settore è quantomeno un anomalia, ma ciò è poca cosa rispetto a quanto accaduto nel corso dell’edizione di quest’anno.

    Trion, casa produttrice di Rift e altri MMO, ha indetto un contest con il quale invitava i giornalisti presenti a scrivere un post su Twitter che parlasse del loro nuovo titolo, Defiance, fra essi sarebbero stati estratti a sorte dei vincitori che avrebbero ricevuto in premio una PlayStation 3. Alcuni di loro, come John Walker di Rock Paper Shotgun, si sono pubblicamente lamentati attraverso i social media di quanto sia ridicolo che dei giornalisti professionisti, all’interno di un evento che dovrebbe celebrare la qualità del loro lavoro, siano disposti a vendersi in cambio di una console che probabilmente possiedono anche. Le risposte astiose non si sono fatte attendere. “Era solo un tweet, non una pubblicità, scendi dal piedistallo”, ha scritto Dave Cook di Ink Media. Lauren Wainwright ha a sua volta replicato “Trion sta mettendo in palio delle PS3 ai giornalisti presenti ai GMA, cosa ci sarebbe di male”?

    Cattura

    Come scrive Rob Florence, il fatto che una giornalista si chieda “cosa ci sia di male” a pubblicizzare un gioco in cambio di un tornaconto personale fa capire perfettamente perché i lettori dubitino della trasparenza dell’operato di certi critici. Per fare un esempio assolutamente casuale, continua Florence, la Wainwright in un suo precedente tweet aveva esaltato la qualità del nuovo capitolo di Tomb Raider, il che, quando si verificano comportamenti così dubbi, potrebbe risultare sospetto nonostante ci sia un genuino entusiasmo nei confronti del gioco.

    A quanto pare invece, l’esempio non era affatto casuale né l’entusiasmo della Wainwright per Tomb Raider genuino. Alcuni utenti di NeoGaf e 4chan, incuriositi da questo articolo, hanno deciso di indagare sul conto della giornalista e scoperto che, accanto alla sua professione di scrittrice, affianca un secondo lavoro, quello di creative consultant presso Square Enix (publisher di Tomb Raider). La Wainwright, a dispetto del suo palese conflitto di interessi, nel corso degli anni ha scritto per le più svariate pubblicazioni numerose recensioni dei titoli Square Enix, tutti, ma guarda un po’, promossi con estremo favore (rendiamoci conto, è arrivata a definire Lara un “simbolo femminista (sigh)).

    deer-orgy
    Immagine estremamente esplicativa di quello che succede ai GMA, solo che al posto delle alci ci sono giornalisti e PR

    Come avrete notato leggendo l’articolo di Florence, tutti i riferimenti alla Wainwright sono stati rimossi in quanto la medesima, forte dell’appoggio del suo gruppo editoriale (Intent Media) ha minacciato di denunciare Eurogamer per diffamazione (a quanto pare non si tratta di una pratica unicamente italica). Ciò nonostante, la frittata ormai è bella che fatta e in rete è scoppiato il caos mediatico nonostante, secondo il parere del sottoscritto, più che scoperchiare il vaso di Pandora sia stato rivelato il segreto di Pulcinella, sebbene ora se ne abbiano prove tangibili. Ancora più di prima, sappiamo che esistono critici facilmente influenzabili, a volte corrotti, a volte impelagati in conflitti di interessi. Nel migliore dei casi hanno ricevuto un regalino di troppo da un PR amico e non si sentono di dare un 5 a quel brutto gioco li, scriviamosettechetantoèlostesso, nel peggiore il giornalista stesso è… un PR.

    Il problema è che, a causa di poche (almeno spero) mele marce, l’immagine di tutti i giornalisti videoludici ne esce distrutta. Come possiamo sapere infatti quando fidarci o meno di una recensione? Come migliorare questa situazione? Quali saranno gli sviluppi futuri del Doritosgate? Le domande da farsi sono molte, ma per le risposte dovrete aspettare un prossimo articolo. Ora devo iniziare a prepararmi per la GamesWeek che se sono fortunato troverò qualche bella PR pronta a guadagnarsi i miei favori. Ma anche no.

    Fonte: www.theindieshelter.com

    Era già abbastanza palese, questo ci aiuta a ricordarci di non fidarci mai delle recensioni.
     
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  2. Eyeshield 1996
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    Proprio per questo io spesso anziché leggermi o vedermi una recensione, preferisco chiedere a voi di darmi pareri.
     
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1 replies since 13/11/2012, 20:46   44 views
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