UBUNTU

E se bastasse una sola persona?

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    Il problema di oggi non è "che cosa sta succedendo", oppure "perché esistono la guerra e la povertà?" ed altre domande del genere. La situazione che si è creata è qualcosa di molto più potente della semplice ignoranza su questi temi, visto che bene o male siamo tutti informati al riguardo. Siamo informati ma non sappiamo che fare, ognuno nel suo piccolo pensa che vorrebbe fare qualcosa ma si sente solo, non vede conferme ed ha paura di rimanere da solo. E' un continuo lottare fra la nostra idea di società e quella che ci viene spacciata dai mezzi di comunicazione di massa, che ridono e ti dicono quanto sia tutto bello e colorato, come se i conflitti attualmente in corso ed i bambini morti di fame su un terreno arido fossero solo una lontana fantasia. Capita. Che ci vuoi fare? Sei troppo stupido per pensarci, ed in ogni caso non potresti farci niente. Inoltre quest'anno hai gli esami, non puoi pensare a cose come la povertà.
    Ok, non siamo messi così male per fortuna, non tutti. Sappiamo bene che tutto ciò è ipocrisia, ma rimane il problema di fondo del fare qualcosa e CHE cosa. Pensiamo che se le piazze non sono riempite da milioni di persone, non possa avvenire nulla e che le quotidiane proteste di centinaia e a volte migliaia di persone siano la dimostrazione che questo approccio non funziona. Eppure voglio proporvi una piccola scena e vorrei che mi rispondeste con le vostre eventuali reazioni.

    Immaginate di svegliarvi una mattina, affacciarvi alla finestra e vedere un ragazzo che urla come un pazzo con il megafono. Urla ed agita le braccia invitando, chi vuole, a seguirlo. Non per andare a manifestare in una piazza, ma per camminare. Camminare ed urlare arrivando non importa dove, l'unico obiettivo è far raggiungere la propria voce a più persone possibile. E questo è importante: non ai politici, non al sindaco, non ai giornalisti. Alle persone. Nessuno si siederà in piazza con un cartello con scritto qualcosa sul debito pubblico aspettando che un Mario Monti veda la propria indignazione. Questo ragazzo non parla di cose vaghe lontane dai lavoratori o dagli studenti. Non cerca un lavoro, non cerca una pensione, non chiede meno tasse. Vuole cose concrete: pace per tutti, pari opportunità, condivisione, riduzione dell'inquinamento e quant'altro. E non lo sta chiedendo ai politici, lo sta chiedendo a chiunque lo senta urlare. Vi chiede di abbandonare le istituzioni ed essere indipendenti, a fare da primi modelli di individui liberi e non oppressi dallo stress quotidiano, in modo che potrete dedicare il vostro tempo non più soltanto a riflettere, ma anche a fare qualcosa per i problemi che ci affliggono come esseri umani. E quando quei problemi cominceranno a diminuire, dice, sarete finalmente liberi di scegliere come condurre la vostra vita.

    Ebbene, se una sola, singola persona girasse per le strade urlando queste cose, che cosa fareste? Ridereste di lui? Pensereste "non serve a niente" e ve ne andreste a studiare? Se anche così fosse, vi direi che cosa farei io: lo seguirei. Saremmo in due, è ancora troppo poco per voi? Ma troppo poco per cosa? Non stiamo facendo una petizione. Non è neanche una manifestazione. E' un invito a vivere in modo diverso, quindi che importa quante persone sono? Venti persone saranno venti persone che vivono in modo diverso. Duemila persone saranno duemila persone che vivono in modo diverso. Nessun politico a cui dover leccare i piedi.
    Non ci hanno tolto l'informazione. Ci hanno provato, ma non ci sono riusciti perché è nato Internet.
    Sapete qual è, secondo me, la differenza fra quel ragazzo ed un qualsiasi altro "manifestante"? Che il tipico manifestante mostra rabbia ed indignazione, e lo fa perché parla di problemi che lo toccano direttamente. Quel ragazzo non sta chiedendo nulla, a parte la libertà. Ma prima di quella, vuole togliere le catene all'umanità. Non solo perché ama quest'ultima ed ama la vita, ma perché è solo in questo modo che può arrivare alla libertà personale. Perché il suo concetto di "Io" è diverso da quello comune. Per lui non ci sono nazioni e non ci sono persone. Per lui c'è il mondo e l'uomo. "I am because we are", in una parola: UBUNTU.
     
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