Intercettazioni, Frattini: "Legge entro agosto"

Alfano: "Reato pubblicare quelle irrilevanti"

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    Il piano per lo stop sulla stampa. Berlusconi: "Possibile ripresa del ddl Mastella". Il ministro degli Esteri: "Non sarà un decreto". Il procuratore Lepore: "Vorrei vedere un po' di indignazione per i contenuti, invece si cerca di delegittimare i magistrati". Bersani: "No alla pubblicazione se non di rilievo". P4, fascicolo anche a Perugia: indagato Achille Toro

    ROMA - Non si allenta la tensione sulla vicenda P4 e sulla diffusione delle intercettazioni relative all'inchiesta che scuote i palazzi della politica. Dopo l'affondo di ieri ("sono irrilevanti penalmente"), il ministro della Giustizia Angelino Alfano si spinge oltre: "E' sbagliato e fuori dalla legge. Si pubblicano intercettazioni tanto penalmente irrilevanti che non sono state inserite nell'ordinanza di custodia cautelare. E gettano disdoro su chi nulla ha a che fare con l'inchiesta. Ma nessuno si fa carico di riparare al torto". E mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini si dice certo che "prima della pausa estiva si debba avere una buona proposta di legge", Silvio Berlusconi torna a calcare la mano: "Non è un Paese civile quello in cui non c'è garanzia dell'inviolabilità delle conversazioni telefoniche che poi appaiono sui giornali senza che abbiano un risvolto penale". Più tardi aggiunge: "C'è la possibilità che la maggioranza riprenda il testo del ddl Mastella, presentato dall'Unione nella scorsa legislatura".

    Lepore difende i magistrati. Le parole di Berlusconi sull'inviolabilità delle conversazioni telefoniche provocano la reazione del procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore: "Vorrei vedere un po' di indignazione per i contenuti - dice, in una intervista a Radio24 - invece si cerca di delegittimare i magistrati dicendo che cerchiamo pubblicità, il che non è vero. I fatti emersi dalle intercettazioni non sono solo gossip, che peraltro noi vorremmo evitare, ma la legge ci impone di depositare tutti gli atti, con gli allegati". Poi, Lepore chiama in causa Alfano: "La sua uscita è dettata da una motivazione politica. Il ministro sa benissimo che la procura di Napoli non fa queste attività".

    Il governo per ora va avanti. Non con un decreto, ma con "una buona legge" da approvare "entro agosto". Così da evitare ai giornali di pubblicare in futuro le intercettazioni giudiziarie. "Sarebbe un bell'esempio se tutte le forze politiche si mettessero insieme d'accordo" e la approvassero "con urgenza", osserva Frattini. Alfano insiste: "Le intercettazioni rappresentano un servizio giusto perché servono a scoprire i criminali". Però, puntualizza, "quelle non penalmente rilevanti, e che risultano agli atti dell'inchiesta perché fatte durante le indagini ma non sono servite per l'ordinanza cautelare, è sbagliato che siano pubblicate sui giornali se riguardano soggetti estranei all'inchiesta".

    Bersani: "Non pubblicarle se irrilevanti". Replica al Guardasigilli Pierluigi Bersani: "C'è un ddl depositato a firma Finocchiaro-Casson, la nostra è una posizione che parte dal problema alla fonte - osserva il segretario del Pd - per cui non vengano divulgate intercettazioni che non ha senso divulgare. Siamo pronti, sulla nostra impostazione, a qualsiasi confronto". E aggiunge che, quanto alle modalità normative, "è nella logica delle cose che sulle intercettazioni non si proceda con un decreto, ma con un ddl". Le parole di Bersani si aggiungono a quelle già pronunciate dalle opposizioni. "Nessun bavaglio all'informazione e nessun aiuto ai criminali - afferma il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi - le intercettazioni sono uno strumento di indagine indispensabile e i cittadini hanno tutto il diritto di essere informati sulla condotta e sulle malefatte di chi governa". Per Felice Casson, vicecapogruppo del Pd al Senato, Alfano "disinforma": "Secondo il codice, quando un atto del procedimento, comprese le intercettazioni telefoniche, viene messo a disposizione dell'indagato e del suo difensore, cessa il segreto d'indagine".

    P4, indagato a Perugia Achille Toro. Un fascicolo legato a quello della Procura di Napoli sulla P4 è stato aperto a Perugia, per competenza territoriale. Negli atti risulta iscritto l'ex magistrato romano Achille Toro. Non sono comunque chiari, al momento, dettagli sul fascicolo. I pm di Perugia sono infatti competenti a indagare sui magistrati romani e avevano già messo sotto inchiesta Toro nell'ambito dell'indagine sui Grandi eventi, approdata alla Procura del capoluogo umbro proprio per via del coinvolgimento del magistrato romano. Secondo quanto si apprende, nel corso dell'incontro tra i sostituti procuratori perugini, Sottani e Avila, e quelli della procura di Napoli, Woodcock e Curcio, avvenuto nei giorni scorsi, ci sarebbe stato uno scambio di documenti di comune interesse.
    (24 giugno 2011)
     
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