Cinecomics

Topic dediato ai fumetti al cinema e non solo

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  1. ash87
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    ok: ora farò una risposta un po' ampia e lunga rimanendo però sempre nell'ambito di ciò che ci interessa, i cinecomics.
    spero che qualcuno abbia la pazienza e l'interesse di seguire tutto il mio discorso :asd:

    CITAZIONE (~Ðemonsasuke @ 7/8/2012, 13:45) 
    Ecco vedi, quando leggo di questi sceneggiatori apprezzati per gli aspetti comici nelle loro sceneggiature mi viene sconforto: qui si sta organizzando praticamente una battaglia intergalattica, io preferirei decisamente rimarcare per la maggiorparte del film i toni epici dello scontro, non lo scambio di battute!

    Joss Whedon ha iniziato come sceneggiatore di Pappa e ciccia
    ma a questo punto bisogna vedere se a te la comicità di The Avengers e il film in generale ti siano piaciuti o meno
    l'epicità del finale di The Avengers non sarebbe valsa niente se Whedon prima non ci avesse fatto affezionare ai personaggi con le loro battute e i loro scambi, se non c eli avesse resi amabili.
    film come il Signore degli Anelli o la saga di Star Wars non avrebbero avuto lo stesso impatto mitico se non avessi amato grazie al forte aspetto comico e divertente, personaggi, mondo e situazioni.
    poi dopo viene l'epicità. sennò si rischia di fare semplicemente un film troppo serioso, visivamente memorabile e freddamente epico.



    Lawrence Kasdan è uno dei pià grandi sceneggiatori viventi. Chi è costui? come ha inziato?
    Lawrence si fece notare nei lontani anni '70 grazie alla sceneggiatura di una commedia brillante. Chi lo notò? un certo George Lucas che gli affidò la scrittura di un certo film: I predatori dell'Arca perduta, il primo capitolo della saga di Indiana Jones. venne fuori un film rimasto indeleblmente nella staoria del cinema come modello di azione, avventura, divertimento e mistero.
    vista la dimostrazione di bravura Lucas decise di affidare a Kasdan la sceneggiatura di un altro filmetto: L'Impero colpisce ancora, considerato tutt'oggi uno dei più bei sequel della storia, cupo, epico, geniale.
    a seguire Kasdan scrisse pure, così tanto per fare nomi, Il ritorno dello Jedi: ancora, uno dei migliori terzi capitoli mai realizzati.

    in ogni caso essere un bravo scrittore di commedie è un must: è un genere difficilissimo da padroneggiare. essere un ottimo sceneggiatore di commedia significa saper parlare anche di argomenti pesanti in maniera leggera, avere un ottimo senso del ritmo e un'ottima conoscenza di cosa smuove i sentimenti del pubblico (sia in campo di ilarità che in campo di commozione), sapere gestire molto bene i personaggi nei loro approfondimenti e nelle loro relazioni, avere uno stile più o meno brillante e una propensione per la creazione di scene/personaggi/battute memorabili. oltre al fatto che si deve essere molto bravi per risultare originali in un genere che è strattamente chiuso in una griglia di molto rigida di convenzioni che vanno cmq rispettate.

    senza contare che ovviamente McCoy lavorerà su un progetto già avviato e sotto la supervisione di gente della Marvel che sa quello che vuole
    tutto questo per dire cmq che il fatto che uno all'inizio sia conosciuto come scrittore brillante di commedie non significa che non sarebbe in grado di gestire anche toni più epici e ariosi o più seri.
    tutt'altro: in certi casi sono proprio qyesti sceneggiatori, che sanno tirare fuori il massimo dai personaggi con pochi mezzi a disposizione, ad essere poi i più portati a tirare fuori il meglio da queste storie basandosi sui perosnaggi e non sugli effetti speciali.

    ora non sto dicendo che tutti siano Kasdan o Whedon, nè che per forza McCoy scriverà un capolavoro: ovviamente niente è scontato. non lo sarebbe neanche se affidassero la sceneggiatura a qualcuno che scrive solo film d'azione.

    CITAZIONE
    Già hanno fatto degenerare Iron Man, che da quanto leggo nei fumetti fa battute si, ma non così assiduamente come nei film, quando invece dovrebbe essere Spidey il chiaccherone e divertente del gruppo.

    allora, precisazione: qui stiamo parlando dei film e non dei fumetti.
    Batman nei fumetti ha spesso a che fare con fenomeni soprannaturali: ciò non ha impedito a Nolan di snaturare completamente questo aspetto creando un personaggio e un'ambientazione memorabile.
    il Tony Stark cinematografico è pià arguto e simpatico? bene: perchè è risultato essere davvero un grandissimo personaggio! pazienza se lo ha fatto tradendo l'originale.
    ci si dovrebbe lamentare quando i tradimenti portano a veri e propri obbrobri (avete presente l'insignificante Juggernaut nel film X Men - Scontro Finale?)



    quindi, parlando dello Tony Stark filmico e della sua comicità: è perfetta! è ciò che lo rende così umano e così fortmente empatico.
    la sua non è solo una comicità da figo fatta per far ridere (vedi la Torcia Umana nel primo film de FF4, un po' meno nel secondo).
    la comicità di Stark è un modo geniale (perchè divertente) per rendere un personaggio che è distante dal mondo, che ragiona in maniera fuori dagli schemi, che tende a creare un muro rispetto al resto dell'umanità ma allo stesso tempo ne ha bisogno, che nasconde le proprie debolezze e intenzioni dietro alle battute.

    si vede molto bene nel secondo capitolo, film assolutamente imperfetto ma che ha una cosa sicuramente ottima: l'ulteriore approfondimento e sviluppo del personaggio. quasi tutte le gag e i momenti comici del film servono solo a sttolineare in maniera buffa (ma significativa quando i momenti vengono contestualizzati e corrisposti da altri più seri) alcuni dei passaggi più drammatici della storia.
    Tony Stark sta morendo ma si tiene tutto dentro e lascia gli amici a distanza facendo battute (che fanno ridere il pubblico ma lo fanno anche pensare a cosa effettivamente vogliano dire quelle scherzosità), ubrancandosi e dando vita a siparietti tanto divertenti quanto tristi per quello che nascondo.



    Tony Stark fa battute su suo padre, sull'avere una relazione stabile, si ingolfa su quetsioni semplici e di pubbliche e comuni relazioni: lo fa sempre facendo ridere lo spettatore ma lo fa anche raccontando di un eroe che non è pienamente inserito nel mondo, che può fare l'eroe anche grazie a questa sua caratteristica ma che deve cmq cercare di migliorarsi e farsi sostenere da chi è più bravo di lui in queste cose.



    tutto mediante la comicità!!! per riuscire a scrivere e poi rappresentare con efficacia una cosa simile assicuor che bisogna davvero essere bravi con la B maiuscola e le lettere splendenti!

    purtroppo negli ultimi anni la gente si è troppo abituata alle esposizioni, agli spiegoni, a lunghi dialoghi e monologhi nei quali i personaggi si spiegano e spiegano il mondo.
    la capacità di raccontare efficacemente una storia mediante una serie di azioni e poche battute brillanti che riassumano mille parole o va sempre più affievolendosi o è cmq il pubblico che non riesce più a coglierla.
    un tempo, nel cinema classico, bastava una commedia brillante per parlare mille volte meglio di qualsiasi film serio e verboso dei problemi del mondo.



    oggi farlo è sempre epiù difficile anche perchè il pubblico, ripeto, è sempre più abituato alla verbosità: i lettori dei fumetti sono abituati a dialoghi infiniti, didascalie ovunque, personaggi che spesso parlano anche troppo e si spiegano anche troppo (sia in occidente che in oriente).
    è un linguaggio ottimo per il fumetto: didascalie e lunghi dialoghi fanno ancora parte di una serie di codici validissimi (o non si amerebbero tanto autori come Straczynski o Togashi)

    al cinema la filtrazione dle linguaggio dei fumetti ha protato a situazioni simili: Tarantino, i fratelli Wachowski, Nolan, Rodriguez, Snyder e tanti altri. lunghissimi dialoghi di spiegazioni che non lasciano più tanto spazio alla comprensione attiva in quanto i personaggi parlano così tanto di quello di cui parla il film che non c'è margine d'errore per cui il messagggio non arrivi chiaro e tondo.

    non è un male quando è fatto bene: gli autori che ho citato ci riescono in maniera egregia.

    visto che se ne parlava: Nolan e la sua saga di Batman. i suoi personaggi non fanno che parlare tutto il tempo di bene, male, giustizia, ingiustizia, disquisizioni sui massimi sistemi, eroismo ecc. disquisiscono tutti: in un modo o nell'altro.
    La genialità di Nolan sta nel rendere queste lunghe esposizioni (che cmq molti gli contestano come falsamente intellettuali e come un semplice mezzo per "far sentire intelligenti gli stupidi"... ovviamente non sono d'accordo, sono critiche estremistiche) molto accattivamenti e percepite meno come tali (ovvero come: "Ti sto imboccando quello avresti dovuto capire da solo dallo svolgimento dei fatti e da dialoghi meno espliciti e più sottointesi")
    va benissimo: è anche per questo che amo e amiamo Nolan ed è anche questo che ha reso così monumentale il suo Batman.

    poi però sento dire che The Avengers non riesce ad essere complesso quanto le opere di Nolan... questo purtroppo o per fortuna non è assolutamente vero.
    Whedon usa semplcimente un linguaggio diverso che per certi aspetti è anche più difficile: sia in fase di scrittura che in fase di ricezione (proprio perchè gli spettatori, più pigri d un tempo, si fermano subito all'aspetto più immeditamente intrattenitivo non pensando a cosa riveli ogni singola battuta che l'autore infila non a caso in ogni momento)

    Pensate a Stark che stuzzica Bruce Banner: con poche battute e qualche pungolamento elettrico gli sta dicendo "Ti rispetto come scienziato e ora abbiamo bisogno di te ma preparati perchè quando arriverà il momento avremo bisogno dell'Altro. Impara ad accettarlo: non è un altro, è semplicmente un'altra pate di te, sei tu, quando lo avrai capito allora non avrai neanche più bisogno di dominarlo eprchè sarai semplicmente tu. E allora ci sarai davvero utile. MI FIDO DI TE"



    tutto questo Stark lo esprime con i fatti e la comicità: mi fido di te è implicito nei punzecchiamenti elettrici fatti allo scienziato. sembra uno scherzo ma così facendo Stark rischia davvero di far risvegliare Hulk: se rischia così tanto è solo perchè davvero si fida del compagno.
    e verrà ricambiato in quel fantastico gesto finale che vale più di mille parole, anzi in quella serie di fantastici gesti nel finale.

    ho visto che molti sono caduti dalle nuvole quando Banner ha imparato "all'improvviso" a diventare Hulk senza perdere il controllo: molti si sono chiesti "ma come? quando?".
    sono talmente abituati agli spiegoni che pare si fossero tutti dimenticati di quanto era successo prima: i discorsetti di Stark, la prima perdita del controllo fallimentare che porta al disastro.
    quand'è che Banner impara a controllare Hulk? semplice: quando capisce, dopo tutto quello che è sucesso ed è stato detto, che non deve fare altro che accettarlo e accettarsi. basta una sola singola, epica, memorabile scena condita da una battuta secca: "La verità è che sono sempre arrabbiato", sorride e si trasforma in maniera più composta prima di abbattere con uno dei più bei pugni della storia la gigantesca lisca metallica. ed è quello il primo momento in cui Stark viene ripagato

    il secondo è quella stupenda scena nel quale lui sta precipitando privo di sensi dopo l'immenso atto eroico, Thor si prepara a salvarlo e invece è proprio Hulk che spunta all'improvviso cingendolo saldamente ma con attenzione col braccio e portandolo sano e salvo a terra per poi risvegliarlo con un ruggito: così si esprime Hulk, a ruggiti. ma quel ruggito è un "TI VOGLIO BENE NON PUOI MORIRE DOPO TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO PASSATO".



    di esempi simili The Avengers è pieno per iascun personaggio. questo perchè Whedon doveva pur sempre portare avanti un gruppo formato da almeno 4 protagonisti + 2 (+ altri ancora) se si fosse messo a sparare monologhi sull'eroismo e mille altre dialoghi sul valore del sacrificio, dell'amicizia, del lavorare in gruppo, di accantonare le divergenze contro il nemico comune; se avesse usato l'approccio di Nolan (cito lui visto che a molti piace sempre fare un confronto coi film di Nolan vantandone la presunta superiorità) il film non avrebbe funzionato.
    basti pensare al Cavaliere Ocuro: dura più del film di Whedon eppure, anche così riesce a lasciarsi indietro dei personaggi (la ex di Bruce finisce per essere solo una funzione della trasformazione di Harvey Dent che a sua volte come Due Facce è un villain sprecatissimo)

    se Nolan avesse dovuto scrivere di uno Tony Stark che convince Bruce Banner avrebbe tirato fuori un pippone (bellissimo), prendendola alla lontana, ad esempio butto lì le prime cose che mi vengono in mente):
    "Sai Bruce, si dice che l'uomo sia un'anima divina intrappolata nel corpo di un animale. è questa la sua dannazione. L'uomo deve costantemente lottare contro l'animale ringhiante che si prota dentro e che gli dice di sopravvivere a ogni costo. Un animale, uno vero: non ha bisogno di uno "spirito umano" che gli dica cosa sia giusto o sbagliato; un animale è un animale e basta. Un uomo non può semplcimente fare a meno della bestia che si tiene dentro: perchè è grazie a essa che riesce a lottare ogni giorno, è anche grazie a essa se riesce a compiere gesti difficili o scelte così pure e semplici che potrebbero essere ispirate solo dall'istinto, non dalla mente. Tu Bruce hai un dono, il tuo io-animale ha un nome, si fa chiamare o lo chiamano Hulk. Già lo conosci: quel che devi fare è semplicmente chiamare il suo nome e chiedergli di aiutarti.. di aiutare tutti noi. Siamo in guerra Bruce, abbiamo bisogno di voi, anzi, abbiamo bisogno di Te"
    ...e via dicendo per 5 minuti di film



    poi sia chiaro: Whedon è anche uno sceneggiatore di fumetti e lui stesso in alcuni casi non ha problemi a inserire monologhi/dialoghi di questo tipo.
    nello stesso The Avengers, Loki fa un bellissimo monologo sulla debolezza intrinseca dell'uomo e sulla sua propensione all'essere dominato.
    ma non eccede mai in questo.

    ripeto: non è una critica a Nolan in quanto il suo stile è perfetto per i suoi film è i suoi Batman (la forza di Nolan sta molto nella struttura narrativa a incastro)
    è pur vero che la sua trilogia ha rispecchiato emblematicamente una fase cupa della storia americana (e non solo) fatta di terorismo, malavita, crisi finanaziarie e via dicendo.
    il film di Whedon sotto questo punto di vista ha il "demerito" di essere meno attuale e più "generico" (certo: si parla di sfrttamento bellico da parte dei militari di risorse pericolose, si parla di invasori esterni che protano alla pacificazione dei contrasti interni. ma per quanto rispecchiabili nella situazioni post 11 Settembre, sono cmq clichè più comuni, generici), con una trama tutto sommato banale che proprio in virtù della sua banalità dimostra quanto sia stato abile Whedon nel renderla così intrigante e così stratificata.

    ok: finito (per ora)! sicuramente ho scordato qualcosa ma al massimo aggiungerò in seguito

    Edited by ash87 - 12/8/2012, 14:28
     
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