Votazioni "Acolytes of Dagan Cove"

Ho ripreso a scrivere.
Le vecchie abitudini sono dure a morire. Tenevo sempre un diario quando seguivo un caso: mi aiutava a riflettere e a mettere insieme i pezzi. Non è strano, quindi, che stia scrivendo queste righe dopo essere arrivato a Dagan Cove… la mano trema mentre scrivo questo nome.
No, è strano che abbia accettato questo caso.

Una settimana fa, ho ricevuto una richiesta di aiuto da parte di Undo, un vecchio amico che non vedevo da tempo. Sua figlia, Yuna, era sparita ormai da tre mesi senza lasciare traccia.
Casi del genere sono più frequenti di quanto si pensi: una ragazza conosce un ragazzo, i due scappano insieme, la polizia impiega troppo tempo nelle indagini e i genitori si rivolgono ad un investigatore privato come me.
Rassicurai il mio amico, mettendomi subito al lavoro sul suo caso: ciò che scoprii non mi piacque per niente.
Giornalista freelance, Yuna stava lavorando ad un articolo su svariati omicidi imputabili ad una setta occulta: una pista che portava dritta a Dagan Cove.

Dagan Cove è una sperduta località marittima, un paese senza alcuna importanza… se non fosse che da lì provengono i miei peggiori incubi.
Si tratta di un caso che scosse l’opinione pubblica, risalente a circa una decina di anni fa: diciassette ragazze erano sparite nel giro di un mese mentre le forze dell’ordine brancolavano nel buio.
Insoddisfatti dell’operato degli agenti, alcuni parenti si erano rivolti a me ed io accettai.
Purtroppo, risolsi questo caso, trovando le ragazze scomparse ed il loro rapitore.

Era notte quando giunsi nel vicolo: l’odore era insopportabile e la vista non era da meno.
Le ragazze erano state smembrate, i loro resti ammucchiati in una pila addossata ad una parete.
Crocefisso su questo ammasso informe, si ergeva il cadavere di una donna nuda, un grosso spuntone metallico conficcato nel petto.
Sulla parete alle sue spalle erano stati dipinti dei tentacoli d’oscurità che si diramavano dalla sua schiena: nella penombra del vicolo, illuminato solo dalla fioca luce stradale, posso giurare di averli visti strisciare.
Ad un’analisi più attenta mi resi conto che quella foggia femminile era stata ottenuta cucendo meticolosamente assieme pezzi dei cadaveri lì squartati.
Come un crudele richiamo a quel racconto di Shelley ma, a differenza della grottesca creatura di Frankenstein, c’era una sorta di perversa bellezza in questa composizione, come se il suo artefice avesse cercato di creare un simulacro perfetto: una visione mostruosa e terrificante ma anche affascinante.
La testa era completamente calva e sul suo volto era stato cucito un lembo di pelle a nasconderne i lineamenti, pur conservandone la forma: il suo non-sguardo fisso sulla parete di fronte dove col sangue era stato scritto "A DAGAN COVE FARA’ RITORNO".

Trovai l’autore di questa follia in un appartamento lì vicino.
Un certo Death: nessun precedente penale, nessuna connessione con Dagan Cove.
Un tipo assolutamente normale, salvo il fatto che aveva smembrato diciassette ragazze ricomponendo i loro resti e che parlasse solo con frasi sconnesse in una lingua inventata… cosa che non l’ha salvato da una giusta esecuzione.

Il caso venne così archiviato, i macabri dettagli celati al pubblico.
La mia ricompensa? Una pacca sulle spalle, un bell’assegno, una fornitura vitalizia di incubi notturni e la certezza che non avrei mai messo piede a Dagan Cove.
Almeno fino a oggi.

Ho preso alloggio alla Captain’s Daughter, l’unica locanda dell’isola.
Una buona sistemazione, prezzi onesti e Misa, la proprietaria, è una donna molto affabile.
Ho cercato di raccogliere indirettamente informazioni su Yuna, chiedendole di come andassero gli affari e di quanti clienti avesse ospitato recentemente. La risposta non è stata soddisfacente: negli ultimi mesi, gli unici visitatori siamo stati io e un ragazzino assunto come tuttofare.
Lui non mi piace: è giovane (non ha nemmeno l’ombra della barba) e continua a fissarmi. Credo nasconda qualcosa e raramente mi sbaglio su queste cose.
Le informazioni avute da Misa, però, coincidono con quelle che ho raccolto da Rada, il capitano che mi ha condotto in questo luogo dimenticato da Dio.
Se qualcosa vuole giungere, legalmente, a Dagan Cove deve passare dalle sue imbarcazioni e nell’ultimo anno ha trasportato solo tre visitatori: io, il giovanotto e il Professor Melma.
Ovviamente, ci sono altri modi per raggiungere quest’isola e, come il Prof. insegna non tutti alloggiano alla locanda.

Presto, la locanda si popola di avventori e un mormorio percorre la folla: sembra che il sindaco della cittadina, Sparrow, sia stato ammazzato.
Ho già detto che odio questo posto?
Prima trovo Yuna e prima ce ne andiamo.

Non tutti i mali vengono per nuocere: questa morte inaspettata mi ha dato l'opportunità di dare uno sguardo agli abitanti della cittadina, riunitisi per celebrare il funerale del proprio sindaco.
Purtroppo, non sono riuscito ad individuare Yuna.

Non essendo pratico del posto, il cameriere si è offerto di accompagnarmi.
Non so perché ma continua a tenermi d'occhio: crede forse che io sia legato in qualche modo alla morte di Sparrow? Sarebbe comprensibile.
C'è comunque qualcosa in lui che non mi convince: quanti anni avrà? I suoi lineamenti sono gentili e delicati mentre la sua voce è più simile a quella di un bambino, mancando di quella profondità tipica di un ragazzo della sua età.
Sarà scappato di casa? Cosa lo ha portato a Dagan Cove?

I miei pensieri si interruppero una volti giunti alla chiesa... anche se mi risulta difficile definirla così: un'enorme struttura in pietra adornata di simboli pagani e mostruose statue che richiamavano creature abissali. Tentacoli di lucida onice nera si avvolgevano attorno le colonne mentre l'altare era sorretto da due orrende sirene.

"Una scelta architettonica interessante," fu il commento del giovanotto, una volta pecepito il mio disagio.
"Potresti chiedere a Padre Smoker perché hanno adottato questo stile".
Un buon consiglio. Perciò, finita la funzione, mi sono recato dal sacerdote, con il cameriere sempre al seguito.

"Prima che la parola di Dio giungesse su quest'isola," iniziò Smoker "gli abitanti veneravano un'altra divinità. La Chiesa ha combattuto ferocemente per estirpare questacredenza, appropriandosi anche dei loro luoghi di culto come questo santuario. Apparentemente, ci è riuscita ma se si studia a fondo la storia di questo posto si scoprirerebbe che il culto di Ze-Slan'ir non è mai morto".

Ze-Slan'ir.
E' la prima volta che sento questo nome ma è come se lo avessi sempre conosciuto.
Improvvisamente la chiesa sprofonda nell'oscurità.
Lucidi tentacoli neri si propendono verso di me mentre una figura pallida come la morte affiora dalle tenebre.
Non la brutta imitazione creata da Death. No, l'unica e sola:
Ze-Slan'ir. L'Amante. Colei che Ama.

La creatura più orrenda che abbia mai visto. La donna più bella su cui abbia posato lo sguardo.
Completamente nuda, avanza seducente verso di me, il volto privo di lineamenti: non ha occhi ma so che mi sta fissando.
Non ha bocca ma la sento ugualmente parlare:
Ph'nglui doropero

E' il ragazzo a riportarmi alla realtà, scuotendomi leggermente.
Salutiamo il parroco e ci dirigiamo verso la locanda.

Lungo la strada, il cameriere cerca di convincermi ad abbandonare l'isola, scusandosi per avermi coinvolto.
Sono ancora troppo scosso dall'accaduto per dargli peso, quando questi si ferma avendo notato un cadavere sul ciglio della strada.

Avvicinatici alla vittima gli chiedo di chi si tratti: "Sannin," mi risponde "è a capo di una piccola banda di contrabbandieri locali".
Perfetto. Scoprire se Yuna sia giunta a Dagan Cove per vie illegali è di colpo diventato più difficile.

Da queste parti, la Legge risponde al nome del Giudice Skull e il braccio che la fa rispettare è quello del Commissario Ryuji.

Informato dell'assassinio di Sannin, il Commissario si è precipitato sul luogo del delitto assieme all'agente Mauro: dopo aver ascoltato la nostra testimonianza e svolto un primo sopralluogo, io e il ragazzo siamo stati scortati in commissariato per registare la deposizione.

Qua scopro che il nome del ragazzo è Jon... oltr ad apprendere della morte del Professor Melma.
Questa notizia sembra aver sconvolto Jon: dopo qualche pressione da parte mia, mi rivela di aver avuto modo di incontrare e conoscere il Prof. in questi ultimi mesi.

Noto luminare di psicoanalisi, il Prof. Melma si era trasferito a Dagan Cove per svolgere degli studi approfonditi su una forma di psicosi.

"Sembra che alcuni suo pazienti," incominciò Jon "avessero sviluppato una fissa per quest'isola... nonché una morbosa ossessione per una donna, tanto da uccidere altre donne per lei. Il Prof. non è stato molto chiaro su questo punto, eludendo le mie domande, ma immagino che perdere la testa per una bella donna sia normale per gli uomini, no?"

No. Non c'è nulla di normale in questo.
Così come non è normale definire 'donna' un essere sovrannaturale come Ze-Slan'ir: un insulto.

Continuo a vederla.
Non la vivida immagine che ho avuto nella chiesa ma, ogni tanto, una delle sue mani spettrali o uno dei suoi oscuri tentacoli fa capolino alla periferia del mio campo visivo.
Mi volto per ammirarla ma Lei è sparita: posso sentirla ridere.
Voglio vederla ancora. Voglio dimenticarla.
Un peccato Melma sia morto: avrei gradito il suo parere.

Ad ogni modo, le informazioni che mi ha dato Jon sono state comunque utili.
Ma c'è qualcosa che non torna: le vittime legate a Ze-Slan'ir sono tutte donne, qui sono stati uccisi 3 uomini.
C'è forse un nesso tra questi omicidi?

Mentre Jon fa ritorno alla locanda di Misa, espongo idee e dubbi alle autorità.
"Lei non è un semplice turista, vero mr. Rhae?" mi domanda Skull.
Decido di collaborare con loro, rivelando la mia identità e il motivo della mia presenza a Dagan Cove.
Nel sentire che sto cercando una ragazza, il volto del Giudice si rabbuia.
"C'è qualcosa che dovrei mostrarle"

"Stiamo indagando su degli omicidi antecedenti quelli del nostro stimato sindaco," esordì Skull "omicidi che abbiamo preferito tenere celati al pubblico. Riguardano tre ragazze; non abbiamo prove ma crediamo siano state trasportate qui dal gruppo di Sannin."
Il giudice mi porge tre foto di tre diversi cadaveri: l'implicazione è evidente.

Le osservo con apprensione, tirando un sospiro di sollievo quando mi rendo conto che nessuna di loro è Yuna.
Il sollievo è seguito dallo sgomento e poi dalla realizzazione quando Ryuji mi spiega i dettagli:
"I cadaveri sono stati rinvenuti in diverse date ma sempre nello stesso posto: una grotta sulla costa Sud dell'isola; intorno ai corpi erano stati disegnati svariati simboli esoterici come stelle, occhi, tentacoli. La causa del decesso, comunque, è la stessa per tutte: uno spuntone metallico conficcato nel petto."

Ho già visto qualcosa del genere. Qualcosa che non riesco a dimenticare.
Questi non sono omicidi: sono rituali. Ma qual'è il loro scopo?

Improvvisamente, la stanza diventa buia... ma è una sensazione diversa da quanto è accaduto ieri nella chiesa.
Istintivamente, mi tocco la faccia perché sento delle mani premere sui miei occhi ma non ne trovo traccia.
Wrrruni vsri?
Chi sono?

Tutto mi è chiaro ora, con la stessa naturalezza con cui comprendo la Sua lingua.
A DAGAN COVE FARA' RITORNO
Non so come, non so perché ma stanno cercando di evocare l'Amante, di darle una forma materiale.

Nonostante la comprensione, la mia vista non ritorna.
Wrrruni vsri?

E' solo un gioco per Lei e mi tocca giocare secondo le Sue regole: "Ze-Slan'ir"

La vista ritorna e noto i presenti che mi fissano scioccati mentre i Suoi tentacoli balenano per un istante davanti a me.
Ph'nglui doropero
Sto arrivando

Questo pensiero mi fa tremare. Non so se dalla paura o dall'eccitazione.
Non voglio saperlo.

Chiedo informazioni sui contrabbandieri e mi precipito a rintracciarli per estorcere loro possibili informazioni su Yuna.
Purtroppo, sembra che qualcuno mi abbia anticipato: arrivato nella loro zona, infatti, trovo solamente il cadavere di Progeus.

Probabilmente, chi ha ucciso le tre ragazze ha deciso di eliminare i testimoni: la banda dovrebbe avere un altro membro... mi domando se possa essere utile tentare di rintracciarlo.

Non c'è tempo da perdere: devo trovare Kazuma prima che venga ucciso o prima che abbandoni l'isola.
Mi dirigo dalle parti del molo dove si svolgono i traffici dei contrabbandieri solo per trovarlo in fiamme: l'assassino ha tentato di tagliare loro la via di fuga.

Senza indizi a cui appigliarmi, decido di tentare il tutto per tutto visitando il porto: se Kazuma vuole fuggire da questo posto è l'unica scelta che ha. Raggiungo il porto e inizio la mia ricerca che da i suoi frutti quando trovo il corpo senza vita di Radagast: che sia rimasto coinvolto in questa caccia ai contrabbandieri?

Un rumore coglie la mia attenzione: mi volto, notando Kazuma scendere da una delle imbarcazioni.
Mi acquatto, nascondendomi dietro una cassa e, quando mi si avvicina ignaro lo afferro, immobilizzandolo al suolo.
"Spiegami un po' cosa è successo qui," gli chiedo.
"Non lo so, lo giuro. Quando sono arrivato il Capitano era già morto. Stavo cercando di scappare ma hanno sabotato le imbarcazioni: saranno inutilizzabili finché non verranno riparate e ci vorrà troppo tempo."
Fantastico. Sono bloccato qui.

"Parliamo un po' dei vostri traffici illeciti: quante ragazze avete trasportato illegalmente a Dagan Cove? Chi vi ha commissionato il lavoro?"
"Non so per chi lavoriamo. Era Sannin ad occuparsene. Io e Progeus eseguivamo soltanto gli ordini, senza conoscere i dettagli. Abbiamo trasportato qui tre ragazze: non so che fine abbiano fatto e non mi interessa."
Dannazione. Un buco nell'acqua

"Ci sono altri modi per raggiungere Dagan Cove? Qualcosa che possa eludere sia i vostri occhi che quelli della Legge?"
Kazuma riflette un attimo prima di rispondere: "Non dovrebbe esserci modo di raggiungere queste coste senza che uno tra Rada e Sannin ne venga a conoscenza ma recentemente è successo un fatto insolito. Una forestiera si è presentata da noi -facendo domande strane riguardanti omicidi e una religione di Re Shephir, credo.
Ci ha pagati per il disturbo ma queste domande avevano comunque destato la curiosità del boss che ha indagato su di lei: un fantasma. Non è giunta qui legalmente e nemmeno l'abbiamo portata noi.
L'abbiamo cercata per tutta la città ma non siamo stati in grado di trovarla: era come svanita nel nulla."
Deve trattarsi per forza di Yuna ma come è venuta qui. Sento che questa è la chiave per risolvere questo mistero.

"Come possiamo lasciare quest'isola?"
Il volto del contrabbandiere si illumina. "C'è una scialuppa ancora funzionante ma servono due persone per manovrarla."
Finalmente la fortuna inizia a girare. Gli chiedo se conosce un posto segreto dove nasconderla e la risposta è affermativa: ci imbarchiamo sulla scialuppa per attraccare in una piccola insenatura nascosta poco distante.
Celata la barchetta, ci separiamo: lui chiederà asilo a Padre Smoker; in quanto a me, ho un ultimo mistero da risolvere.

Percepisco subito che le grotte sono diverse.
La presenza di Ze-Slan'ir, che non mi ha mai abbandonato da quando ho avuto quella prima, violenta visione nella chiesa, qui è del tutto assente: è la prima volta che mi sento normale da quando ho messo piede a Dagan Cove.

Purtroppo, non trovo Yuna ma mi imbatto nel cadavere di Skull e in un uomo ferito mortalmente. Dice di chiamarsi Sai Akuto e di essere un archeologo, rapito e torturato affinché rivelasse tutto ciò che conoscesse riguardo a Ze-Slan'ir.

"Stanno cercando di compiere il rituale. Mi hanno sotratto lo spuntone metallico necessario per eseguirlo correttamente. Adesso necessitano solo bisogno del Recipiente -una ragazza compatibile"
Yuna
"del Tramite -un uomo scelto dalla stessa Amante, in grado di vederla e sentirla"
Io
"E del luogo adatto -il Suo Santuario, queste grotte."
No, si sbaglia: qui la presenza di Ze-Slan'ir è debolissima. Queste grotte non possono essere un luogo a Lei consacrato.
La Chiesa è il Suo Santuario: è lì che che si è manifestata con più forza.

Mentre rifletto sulle sue parole, Sai esala l'ultimo respiro.
Qualcosa di terribile sta per accadere: devo trovare Yuna e abbandonare quest'isola maledetta.
Ma dove si nasconde?
Gli unici modi per arrivare a Dagan Cove sono tramite Sannin e Radagast: il primo ha portato 3 ragazze -tutte ammazzate- mentre il secondo ha portato me, il defunto Melma e Jon.
Jon... ora che ci penso, era a conoscenza di varie cose su questo culto: sapeva di Ze-Slan'ir -mi ha invitato a chiedere a Don Smoker- e della psicosi da Lei generata. Ha fatto domande mirate ma che non attirassero troppo l'attenzione... a differenza di Yuna che ha suscitato l'interesse chiedendo informazioni su degli omicidi.

C'è sempre stato qualcosa che non mi ha convinto in Jon: la voce, l'aspetto. Sembrava un po' effeminato.
E se... e se Yuna avesse finto di essere un ragazzo, Jon, per evitare di essere presa di mira e suata come Recipiente?
Avrebbe anche potuto usare la cosa per svolgere le indagini scomode: nessuno darebbe troppo peso ad un ragazzo quando stai cercando una ragazza.

Forse mi sto arrampicando sugli specchi ma è l'unica pista che ho.

Raggiungo la Captain's Daughter trovandola completamente a soqquadro: i segni di colluttazione sono evidenti. Non c'è nessuno, a parte Misa, accasciata dietro il bancone, segni di percosse sul suo volto.
Mi avvicino per controllare le sue condizioni ma, fortunatamente, non è nulla di grave.

"Ha preso Jon," sussurra "il Commisario Baku."
Yuna... C'è quindi lui dietro tutto questo?

I tentacoli di Ze-Slan'ir -sbaglio, o sono aumentati di numero?- fremono: posso percepire la Sua eccitazione.
So dove ha portato Yuna.

Appena raggiungo la chiesa, vengo sopraffatto dalla Sua presenza: per poco non perdo i sensi.
Mi fermo un attimo per riprendermi poi, armandomi di coraggio, estraggo la pistola ed entro.

Lei è lì ad attendermi, in tutto il suo mostruoso splendore.
Fluttua al di sopra dell'altare, le braccia aperte in segno di accoglienza, i Suoi innumerevoli tentacoli che strisciano verso di me.
Non ha una bocca ma so che sta sorridendo.
Ataraklo
Vieni

Sotto di Lei, disposta sull'altare. giace quella che presumo essere Yuna.
Dietro di lei, nel posto che di solito spetterebbe al prete, c'è Ryuji: in una mano regge uno spuntone metallico, nell'altra un martello.

Cerco di ignorare quel bellissimo orrore e punto la pistola contro il Commissario.
"E' finita," gli ordino "getta le tue armi!"
Vengo ignorato.

Sento l'impazienza aumentare in Ze-Slan'ir: detesta essere ignorata. Non so per quanto ancora riuscirò a conservare il controllo delle mie facoltà mentali. Non posso più perdere tempo: devo andarmene da qui e alla svelta.

Avanzo per prendere meglio la mira, con l'intenzione di sparare quando calpesto qualcosa di bagnato.
Guardo giù e poi di lato notando il corpo senza vita di Padre Smoker riverso in una pozza del suo stesso sangue.

In questo istante di distrazione, ricevo un duro colpo alla nuca: mi accascio a terra, tramortito, mentre qualcuno mi disarma.
"Desideravo restituirti il favore," sono ancora troppo stordito per riconescere il mio assalitore "ma ci servi vivo".
Cerco di concentrarmi sul suo volto: è Kazuma. Dannazione, mi hanno fregato.

Gentilmente, i tentacoli di Ze-Slan'ir si avvolgono intorno a me, aiutandomi a rialzarmi.
Ft'hagn
Liberami

Le rispondo nel suo idioma:
Zkrn
Mai

Lei non gradisce questa sfida. I Suoi tentacoli si avvinghiano a me con maggior vigore spezzandomi un braccio.
Le mie grida riecheggiano nel Santuario mentre vengo innalzato e portato al suo cospetto: sento la mia volontà prosciugarsi mentre ammiro il suo volto. Anche l'ira dell'Amante si placa e Lei mi sorride di nuovo: lo so.
Ft'hagn

Mi adagia gentilmente al suolo, continuando a sorreggermi.
Non ho più la forza né la voglia di muovere un muscolo: una grottesca marionetta manovrata da tentacoli

"Sei fortunato," mi dice Ryuji porgendomi gli strumenti del rituale "non sono molti quelli ad essere scelti da Lei ma una simile connessione... è semplicemente unica."
I'm so lucky

La mano che regge lo spunto viene posizionata sopra il petto di Yuna -non ho più la voglia di resistere- mentre il braccio, quello rotto, che regge il martello viene alzato -non ho più la forza di gridare.
Il volto di Yuna è coperto da un velo ma sembra che stia dormeno: almeno, non dovrà assistere a questo.

Il martello si abbatte sullo spuntone.
Le braccia di Yuna si sollevano e le sue gelide mani si posano sulle mie guance.
Mentre lei si alza, il velo scivola rivelando un volto perfetto, privo di ogni lineamento: il Suo volto.

Ze-Slan'ir mi bacia, prosciugando la mia vitalità. I Suoi tentacoli mi abbandonano e io mi accascio, morente, a terra. Invece di urtare contro il pavimento, però, continuo a sprofondare in un liquido nero: non ci trovavamo nel suo Santuario?

Ora sono avvolto dalle tenebre: vedo solo Lei ma Lei non vede più me.
Una volta adempito il mio compito mi ha dimenticato: se ne va senza degnarmi di uno sguardo.
Vederla allontanarsi mi fa più male che morire.