Voti e considerazioni del nuovo capitolo di Naruto

Prima di scrivere cosa ha rappresentato Naruto per me, è giusto che io vi comunichi quali sono le mie sensazioni e i miei perché per questi ultimi due capitoli. Perciò, uso come spunto il buon post di PolloSpaziale, per quanto io non lo condivida largamente.

Dunque:
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Il finale dei due amichetti m'è piaciuto. Mi è piaciuto in sé il finale tra loro due, non che siano tornati a casa insieme, che è ben diverso. Trovo stucchevole e infantile ed egoistico, come lo trovo sia gran parte dell'opera, che loro possano risolvere le proprie scaramucce come se niente fosse. Ma approfondirò questo aspetto del manga in seguito.

Sotto la stessa luce del ritorno dei buoni sentimenti, c'è il ritorno dell'insegnante del Team 7, dunque del Kakashi che si copre l'occhio. Ho pensato che si sia coperto l'occhio anche perché volesse simboleggiare come il tempo, per loro, non è mai trascorso per davvero.
A proposito di Kakashi, ci sta che ora sia Hokage, ma prima davvero non lo meritava, cioè questo sveniva ogni volta che usava lo Sharingan, quando c'era invece gente che faceva roteare quei bulbi oculari dopo averli impiantati nelle braccia...

Invece, non ho apprezzato tutto questo spazio a Hinata. Sinceramente, a me, seppure Hinata m'è sempre piaciuta, cosa importa di lei, quando ci sono personaggi che meritavano quantomeno un'inquadratura? Come se lei avesse mai contato qualcosa per Naruto...
A maggior ragione, come se non bastasse il trionfo dell'aMMore tra i piccioncini, ho provato parecchio disgusto nel vedere Sasuke rivolgersi a Sakura come se tra loro fosse sempre stato rose e fiori - lol, battuta sottile non voluta -. Ma del resto, tutto il manga è contraddistinto da questa ipocrisia, credo neppure voluta dall'autore...


700

Ho sempre ritenuto Naruto un manga disegnato male, a partire dal modo di disegnare gli arti per finire ai vestiti e ai capelli. Con le proporzioni ci siamo; ma con la scusa di riproporre uno stile pergamenoso, ninjoso, samuraioso - perché questi sono più samurai che ninja -, Kishimoto ha sempre curato poco i chiaroscuri e la tridimensionalità delle sue vignette, risultando così il suo lavoro confusionario anziché dinamico e/o piatto invece che pulito. Però, ho anche sempre sostenuto che le capacità di migliorare il suo lavoro non gli mancassero, e a discapito della qualità artistica delle tavole ha proseguito con questo Disegno Approssimativamente no Jutsu.
Visto che il manga a colori non poteva (e non voleva) farlo, è andata così; perché se l'avesse fatto in quel modo sarebbe risultato molto più gradevole, grazie all'aggiunta dei chiaroscuri. Ed ecco perché questo capitolo 700, almeno dal punto di vista grafico, l'ho apprezzato. Tutto 'sto papiro per scrivere questo.

Ho apprezzato il ricordo ai vecchi tempi, quel calore che Kishimoto sa trasmettere grazie ai suoi personaggi, quando non esagera. E anche per questo c'è da aprire una parentesi a parte, che sta più in là nel post.

Certo, non considero un ritorno ai bei vecchi tempi l'introduzione dei grattacieli. Il bello di un'ambientazione come quella di Naruto è che l'evoluzione tecnologica non rovina il tenore di vita funzionale alla co-esistenza con l'ambiente naturale. Se pensiamo ad Hashirama, del resto... E invece no, Kishimoto doveva creare quel contrasto tra il vecchio tenore di vita giapponese e quello attuale. Come risultato c'è 'sto aborto finale.

Di negativo, tanto negativo, non posso non parlare di Gai. Ma Gai... ma a che serve? Quel personaggio è più un simbolo che un ninja utile, praticamente. Infilare Gai in Naruto "Shippuden" è come decontestualizzarlo, perché sia a livello combattivo che di carattere non si addice più al manga di cui fa parte, e perciò salvarlo da morte certa per ridurlo in quel modo è solo crudele.
Per lo stesso principio di importanza nel manga, ma a parti invertite, è assolutamente assurdo che manchino dei personaggi chiave del mondo oscuro di Naruto.


Bene, ora tocca al capitolo In che chiave andrebbe letto Naruto. Sì, lo so che parto facendo il so-tutto-io, però prima di accusarmi di sparare alto leggete.

Parto da una premessa.
Per me, Masashi Kishimoto è potenzialmente un buon autore, ma non un autore da Naruto Shippuden. Ecco perché la sua opera è un declino continuo; un'enorme agglomerato di "ma... perché?", tra cui "perché non ti sei limitato a fare il "tuo" Dragon Ball e ti sei addentrato in temi che non sei capace di gestire?".
Quando cominciò, Masashi Kishimoto era un venticinquenne dai buoni propositi. Immaginate un ragazzo che viene preso dalla Shueisha per essere pubblicato sullo Weekly Shonen Jump. Deve scaturirne un turbinio di emozioni, sicuramente: paura, eccitazione, contentezza, incertezza, ambizione, riconoscenza... E altre.

E così, chissà perché, ha scelto di partire dalla storia di un bambino incompreso, abbandonato da tutti, che neanche gli altri bambini amavano e avvicinavano. Il manga inizia spiegando che Naruto si sentiva solo per questo motivo.
Alt! Un bambino lasciato solo anche dagli altri bambini? Scusa, mi prendi in giro o cosa? Ma non avevi detto che ai bambini non veniva rivelato il motivo per il quale Naruto rimaneva solo, che per loro la guerra con la Volpe era un argomento tabù? Azz, allora sono proprio stronzi 'sti bimbi per non volere fare amicizia con un altro, che apparentemente la peste non l'aveva di certo... Ma comunque, accettiamo questa premessa e andiamo avanti.
Fine premessa.

È opportuno che io chiarisca una cosa: è vero che critico aspramente Masashi Kishimoto e la sua opera, in quanto quanto rispecchia dei valori che presumo non siano esattamente neanche quelli che l'autore stesso voleva trasmettere, ma ciò non toglie che anch'io mi appassionai alla prima serie quand'ero adolescente. Semplicemente, ho gradualmente imparato a dissociare ciò che amavo e avrei voluto, quindi le mie aspettative disattese, con ciò che è il vero manga in questione. Ecco perché di Naruto posso anche consigliare la lettura, ma assolutamente non l'acquisto.

Nei primi numeri, si percepiva una certa freschezza nell'opera, un che di innovativo e gradevole. Quando i miei amici mi dicevano di preferire Naruto a Dragon Ball, perché Naruto ne rappresentava l'erede ed era anche migliore, provavo un'intima tristezza, un dispiacere per la consapevolezza che forse avrebbero avuto ragione. Ad oggi posso affermare tranquillamente che Naruto, a Dragon Ball (che perfetto non è), non lo vede manco col binocolo. Certo, le parole dei miei amici avevano poco valore, quando avevo 14 - 15 anni ce n'era ancora di carne sul fuoco per dire che fosse già una pietanza riuscita, ma sono stato adolescente anch'io.

Naruto s'è perso per strada a causa dell'autore, e perché "introspettivo" non va sempre a braccetto con "ordinato". Forse c'è di mezzo anche Jump, che non avrà indirizzato bene l'autore e l'avrà spinto più al fan service che al dedicarsi alla qualità?
Di sicuro, grazie a questi capitoli finali, possiamo dire che Kishimoto non s'è mai dimenticato di cosa volesse dire per lui Naruto. Non ha mai scordato con cosa è partito e perché è partito, seppur con qualche pezza d'appoggio che minava la credibilità della sua opera sin da principio. Peccato che tra l'iniziare e il finire ci siano di mezzo i soldi e le scadenze settimanali e, a questo punto, una scarsa capacità di riconoscere i propri limiti...
Questo manga non è mai stato eccelso nel disegno, mai nella storia, forse qualche volta lo è stato nei personaggi ma non sto lì a pensare nel dettaglio chi e perché è un personaggio figo. Però rappresenta un messaggio: si possono superare le difficoltà della vita, con l'aiuto di sé stessi e di chi ci sta intorno. Poi, si aggrappa a dei concetti: quello della speranza e l'altro, della pacifica convivenza, conditi da "io c'ho i soldi e sono pieno di fan, quindi grazie al cazzo che vi parlo d'amore" e da "tamarro è bello". Non che cadere nella banalità e nella presunzione di sapere come possa girare il mondo di tutti i suoi lettori lo renda una cattiva persona, benché sia facile fare successo friggendo l'aria. Anzi, è proprio grazie al fatto che le buone intenzioni ci sono sempre state nella sua opera che qualcosa da salvare c'è. Tuttavia...

Tuttavia, cos'altro c'è da salvare, di Naruto? Le idee? Sì, qualche idea made in Masashi Kishimoto c'è stata. Ma è uno shonen, e come le leggi dello shonen moderno impongono, Naruto s'è presto trasformato in una laguna di incoerenze e abbandono di sé stesso, in favore di ciò che è a prova di lettore scemo. E l'incapacità del suo autore di astenersi dal gettare nel pentolone tutte le idee al momento sbagliato, più quelle che proprio non doveva mettere, hanno fatto il resto.
Andrebbero elencati tutti i momenti salienti del manga in cui s'è assistita a una totale repentina e inesorabile mutazione dello spirito dell'opera, un rifacimento a memoria di essi, per capire cosa è andato storto. Ma, d'altro canto, non è necessario.

Quando Naruto scopriva chi è Haku, rivedeva grossomodo un altro bambino socialmente disagiato. Era il periodo in cui Kishimoto cercava di far crescere i suoi personaggi attraverso il confronto. Quindi anche Rock Lee, Neji, un po' tutti i personaggi maggiormente sviluppati nel primo troncone del manga, Gaara su tutti (!), potevano esprimere le proprie personalità sia dando botte - chi scorda più Naruto VS Neji? Rock Lee VS Gaara?! -... che a parole. E questo è il massimo che si possa volere e ottenere da uno shonen con i controcoglioni!
Purtroppo, però, Kishimoto è sempre stato un po' facilone e superficiale. E se accavalli episodi mal sviluppati su altri trattati allo stesso modo, è inevitabile che il manga prenda una piega stortissima. Intanto, comunque, era riuscito a sviluppare dei personaggi sostanzialmente stereotipati in elementi più interessanti, in cui sia il lettore più maturo che quello più giovane potessero immedesimarsi.
Certo, non torna come sia possibile che in un mondo in cui tutti sono artigiani e contadini e venditori di polpette di riso e ramen ci sia così tanta discriminazione, ma vabbè... Non torna come mai un Rock Lee, allievo di Gai, figlio di un Gai prototipo, e Rock Lee a sua volta con un figlio identico a lui, possa avere problemi ad inserirsi in società, però facciamo finta di niente. Non torna come mai i ninja vadano a scuola sin da bambini, alla faccia dei veri ninja e dell'incolumità delle future leve, ma ridiamoci su per le gag e via. Al contrario, torna come mai ci siano stati dissapori tra gli Hyuuga e come mai ce ne siano stati tra gli Uchiha e i piani alti di Konoha.
Ma è proprio con gli Uchiha che cominciano i guai! Chiusa celermente la questione Hyuuga, Kishimoto ha cominciato a raccontare vita, morte e miracoli di Sasuke & parenti, per tralasciare tutto il resto in favore del dualismo a distanza con Naruto. Tra l'altro, CHI con un minimo di lucidità durante la lettura non aveva previsto la redenzione di Itachi agli occhi del lettore? Per dare credito ai bisticci egoistici tra Naruto e Sasuke sono cominciati i power up inspiegabili per i due ragazzi; tra chi sferra 950 Chidori perché, si sa, c'è chi è fico e ha il sigillo al collo che lo rifornisce di chakra infinito, e chi ottiene nuove frecce al proprio arco, pur avendo poco talento ma disponendo di una quantità tale di chakra che difficilmente è comprensibile come entri gli entri in corpo, assistiamo a un cambiamento di rotta irreversibile.

Quando fai uno shonen devi buttare delle basi e devi seguire un percorso, fino alla fine. Un manga di qualità o lo termini in un lasso di tempo breve, per cominciarne un altro diverso basato su fondamenta solide e non paludose (che sprofondano su loro stesse), oppure non puoi che mandare in rovina anni di duro - e fin troppo remunerato - lavoro.
Molti criticano Dragon Ball per i power up. Ebbene, a loro domando: Crilin è mai stato all'altezza di Goku? Goku ha mai dato la parvenza di essere un umano come gli altri? Assolutamente no, a questa quesito vi rispondo io. Si potrà rimproverare a Toriyama di aver cagato fuori dal vaso con le sue saghe dopo quella di Freezer, ma intanto non s'è mai tradito. Ha iniziato con semplicità, ha finito con semplicità, aggiungendo personaggi più maturi e mantenendo quel qualcosa di fiabesco che lo ha contraddistinto nella sua carriera. Una serie come ONE PIECE, che è uno shonen dai risvolti diversi di quello di Toriyama ma con uno spirito simile, ha seguito il proprio cammino senza stravolgersi perché sono stati mantenuti i presupposti che potevamo farci tutti grazie agli incipt. Naruto no, ha preso una piega tutta sua solo per trasformare il protagonista da simbolo di genuinità a modello di vita da seguire, in contrapposizione a quello di Sasuke, e così è stato inificiato tutto ciò che era stato creato, in favore di un processo di evoluzione dell'opera assolutamente fuori dallo schema iniziale. Mi riferisco al fatto che c'è uno sconvolgimento dell'utilità del diventare più forti, e di come i personaggi diventano più forti. In generale, inoltre, buona parte di ciò che era "???" è diventato "??????", non ci sono stati i dovuti "puff!" con le risposte dietro ai fumi.

E certo, è ovvio che se devi mettere costantemente in contrapposizione Naruto e Sasuke, sia per ideali che per stile di combattimento, poi inventi delle cagate colossali e gli altri personaggi sembrano tutti delle mezze seghe!
Infatti lo Shippuden è la fiera dell'insensatezza, proprio per questo, perché Kishimoto non sapeva più come ricollegare il vecchio manga col nuovo manga! Ancora ancora la storia di Sasori era sulla falsa riga di quella dei precedenti personaggi, ma tutta l'Akatsuki non è stata altro che il banco di prova dei due protagonisti per potersi poi affrontare ad un livello superiore. Tutti i nemici affrontati servivano a quei due per ricongiungersi in un momento in cui erano tanto simili quanto differenti.
Prima di arrivare alla recente risoluzione del manga, in cui Naruto è una macchietta di quello che era, perché infine è l'eroe senza macchia e senza paura che può redimere la gente, perché lui c'ha i buoni sentimenti e te li spiattella come una catapulta! (cit.), il trend era già cambiato. Prendiamo in esame Gaara, che dopo il timeskip è un'altra persona? Oppure Naruto, quello senza talento che in 5 minuti è stato in grado di padroneggiare tecniche che neanche suo padre e il maestro di suo padre sapevano usare fino a quel punto? Vogliamo parlare del fatto che in 2 anni di allenamento Naruto non è progredito per niente rispetto a quanto migliora da quando torna a Konoha fino alla fine, che sarà un annetto di tempo? Vogliamo parlare dello spreco dei personaggi, come Neji che si fa infinocchiare da un Kisame clone d'acqua, anche potendo contare sulle capacità innate di chi possiede il Byakugan? Ah, il Byakugan, già, quello che poi diventa l'occhio di terza scelta, quello venduto alle bancarelle... Se non vi va, possiamo sempre disquisire di come nel volume 1 venga spiegato cos'è il chakra e di come questa spiegazione vada a farsi benedire con il chakra elementale; perché Naruto aveva imparato soltanto a usare il Kage Bushin no Jutsu e il Rasengan, perciò necessitava di un mezzo che lo facesse diventare più forte in un breve lasso di tempo.

Comunque, la cosa peggiore di Naruto è il fatto che pare che Kishimoto non si renda conto di essere un pessimo narratore.
Passino tutti i tentativi per rattoppare gli squarci di coerenza. Per esempio, il fatto che nella seconda parte del manga si abbia l'impressione che il combattimento tra Orochimaru e Sarutobi sia stata una passeggiata di salute in confronto a ciò che viene mostrato dopo, così come riproporre le loro tecniche; oppure, l'assunto che un clone di chakra accumuli esperienza in favore del suo creatore ma non gli trasmetta i danni che ha ricevuto (giusto per poweruppare in fretta). Ma non può, assolutamente non può, far passare le bestie codate come dei poveri agnellini trattati male dalla gente, che in fondo hanno un grande cuore e vaccate varie; non può, e ancora, non può, farci accettare che bastino un sorriso di un amico o una passeggiata di redenzione (come fa Sasuke, che in confronto ai poveri incompresi Obito e Madara è comunque un bravo figliolo) per bollare e archiviare quelli che sono i sistemi adottati da tutto il mondo ninja conosciuto come pratiche vecchie e sbagliate. Se Sasuke è ancora vivo, se la storia post timeskip è esistita, è solo perché il dualismo tra Naruto e Sasuke si è protratto per un mero capriccio di due ragazzini che, entrambi nel torto - altro che quello che dice Kishimoto! -, vogliono egoisticamente piegare la realtà al loro volere. Nella realtà, nel mondo reale, se una persona sbaglia e tu cerchi di aiutarla a tornare sulla retta via, e quella persona non ti dà retta, pagherà le conseguenze dei suoi errori, se non con te sarà con qualcun altro.

E poi... il tema della morte. La superficialità con la quale Kishimoto l'affronta è disarmante. Così come quello della guerra.
Gente che resuscita come niente; gente che va in giro a empatizzare e a fare amicizia con dei mostriciattoli (che erano cuccioli...?) mentre degli shinobi senza nome ci rimettono le penne; capi di Stato di Paesi in guerra fra loro (dei tizi che non si potevano vedere) che improvvisamente si spalleggiano affiatati contro un nemico comune; luoghi distrutti che vengono ricostruiti con dei jutsu che fixano tutto. E tanto altro. Neanche Bob l'aggiustatutto ripara bene come Hashirama o Yamato, o Sakura. Non scordate che Sakura ha rimesso in sesto un Naruto spellato vivo e che aveva perso una marea di sangue dopo avere attivato la quinta (o quarta?) coda nello scontro con Orochimaru.
E poi muoiono Jiraiya e Neji, il primo solo per dare il pretesto a Naruto di crescere e di affrontare a testa alta Nagato, il secondo perché un morto eccellente in due guerre ci voleva. Uno, perché Gai non muore e Jiraiya affronta Pain in uno scontro faccia a faccia.

Avevo già accennato a Gai, che nello "Shippuden" ci sta come i cavoli a merenda. Francamente... è inutile, ha perso tutta la sua utilità da quando questo manga s'è trasformato in una gara a chi sa lanciare più bombe atomiche o sa distorcere lo spazio per essere più letale degli altri, o bombarda le città, o tanto altro. Della "Bestia verde di Konoha" non è rimasto nulla, è stata portata in un habitat che non è il suo e soffre nell'affrontare avversari che non sono quelli alla sua portata.
Valeva la pena ammazzarlo dopo avergli lasciato fare il kamikaze...? No, e prima ancora non era il caso di farlo scendere su un terreno che gli stava crollando sotto i piedi. Di lui rimane solo la simpatia e ciò che rappresenta per Rock Lee. Già, per Rock Lee, visto che Naruto è la fiera dei cloni non è che Gai Maito sia così indispensabile.

Quindi, esposto tutto ciò, cos'ha di buono Naruto?
1) Una trama coerente? Solo se dividi il manga in due tronchi.
2) Una buona ambientazione? Sì, anche se poco originale.
3) Un contesto sociale in cui interagiscono i personaggi? No, il filone principale non si regge in piedi; ci solo però vicende narrate nei flashback, che coinvolgono alcuni personaggi, che meritano di essere considerate valide.
4) Dei personaggi credibili? Pochissimi, qualcuno ti può rimanere a cuore, la maggior parte sono rovinati o accantonati.
5) Un buono stile di disegno? Sa essere gradevole quanto sgradevole, è certo che si è perfezionato molto in corso d'opera.
6) Propone dei combattimenti fighi? Diversi, ma sono da suddividere con le etichettare "Naruto prima" e "Naruto dopo".
7) Dei messaggi di fondo validi? Sì, che i valori dell'amicizia e dell'amore in famiglia sono validi ed importantissimi.
8) Dei messaggi di fondo non validi? Sì, che il bene del collettivo è in funzione del bene maggiore di pochi singoli.

Quindi, cos'è Naruto? Un manga che col tempo è mutato in peggio e che ha dato quanto poteva dare nelle sue nuove vesti, un'opera che il suo autore stesso ha demolito, un bambino che poteva dare molto di più ma che non era comunque un presunto genio. Un fallimento e uno spreco al contempo.
Un vero peccato...

E questo è quanto mi viene in mente, perché devo dormire anch'io.
Ho impiegato ore a scrivere questo post. Quindi vi prego di non assalirmi e di riflettere sulle mie parole, o di dimenticarlo e basta.