| Non so cosa hai letto fin'ora, ma a parer mio questa risulta essere una delle più belle saghe di One Piece!! Ciò che la fa scendere dal piedistalle è la lunghezza, ma sostanzialmente il rapporto quantità/qualità fa sì che si mantenga sempre e comunque in Pole Position. Oltretutto l'autore, in questi ultimi capitoli, sta proponendo proprio una formula nuova, che vede l'introspettività dei personaggi minori (alleati e non) aumentare in dirette proporzione con le loro apparizioni. Basti pensare a due figure che proprio alle loro prime apparizioni non risultavano così pregne di carisma come lo sono diventate successivamente: Sai e Senor.
Sai fu presentato come un semplice personaggio di contorno alla persona - e al capitolo narrativo - di Don Chinjao. Introdotto e trattato come un personaggio medio-minore al pari di un Jean Ango - o, per fare paragoni più noti, uno qualunque dei capitani di Barbabianca dalla 5° divisione in giù -, nelle recenti apparizioni si sta mostrando come una figura dalla grande personalità. Nello scontro con Lao G e la questione di Baby5 si è espressamente distinto come una delle colonne portanti dell'"Alleanza dei gladiatori", un'idea già nota a noi fin dai tempi dell'"Alleanza dei prigionieri" di Impel Down. A distinguere le due alleanze, però, sono proprio i personaggi: se da un lato la... colorita marmaglia di personaggi era già a noi nota nei suoi singoli (e.g. Crocodile, Buggy) ed i nuovi erano fin da subito presentati con i dovuti onori (e.g. Ivankov), dall'altro, il gruppo di combattenti sono sì di fama mondiale (e.g. Elizabello, Cavendish), ma anche personaggi che all'inizio non hanno risalto, se non nello sviluppo successivo (e.g. Sai), seppur minimo (e.g. Hajrudin). Ed anche in questo Oda si mostra un fiero maestro, in quanto tale caratterizione è data da vignette poche, ma dense di significato, capaci di trascendere il semplice impatto visivo e di raggiungere tramite frasi e immagini direttamente il cuore del lettore. A tal proposito il caso più esemplare è il recente Senor.
Senor Pink ci è stato introdotto come uno dei classici ufficiali nemici, quella via di mezzo tra il Boss finale - o trio - (e.g. Rutchi, Kaku, Jyabra) e lo sgherro comune. Questa tipologia di personaggio ci è stata introdotta fin dai tempi della Baroque Works, quando la trama - e la sempre più numerosa ciurma - richiedeva un maggior numero di nemici, ed in genere la risposta era questa sorta di Miniboss né carne né pesce, dall'infima trama personale (i.e. due battaglie al massimo e, se erano fortunati, una minisaga) volti solo ad impegnare il personaggio di turno o ad allungare il brodo della saga. Qui giunge, ora, un punto di svolta. Senor Pink, come altri suoi colleghi della saga (e.g. Baby5) hanno una profondità personale, qualcosa che va oltre quelle due righe buttate lì per la One Piece Wikia, ma che dà a quella pancia-con-ciambella-e-virilità un contesto! L'umorismo bizzarro di Oda ora ha delle fondamenta!! E quelle fondamenta sono una storia di lacrime che riempiono il personaggio e non gli danno solo un Chi, ma anche un Perchè!!!
A questi due esempi posso aggiungerne tanti altri, come Bartolomeo, Kyros o Sabo, e altri inferiori come Elizabello, Gladius e Violet. Ogni personaggio ha la sua storia, la propria trama. Tale quantità di trame vanno poi ad intrecciarsi nel contesto con una certa maestria. La velocità - già forzata - della trama non può stare lì ad attendere che il personaggio di turno vada ad illustrare le proprie carte, quindi si torna ad un sistema già usato due saghe fa con pessimi risultati: il passaggio di scenario. A differenza della Saga degli Uomini Pesce, però, qui non c'è un taglio netto e l'evoluzione dell'autore traspare dall'eccellente utilizzo dei pochi mezzi a disposizione. Poche vignette possono bastare se usate con mano fine.
In sostanza, altro che non riuscire ad utilizzare chiavi nuove e soluzioni vecchie, esse ci sono entrambe. E in modo ancor più riuscito di altre, anche se si vede che è in corso di miglioramento. La formula è sempre la stessa: nuova isola, nuovi nemici, un regno da salvare, un pericolo da scongiurare. Il contesto invece cambia: questa saga è una saga minore, perchè il Nuovo Mondo ci è ormai già stato presentato come una sorta di saga a Matrjoska, dove la saga di Punk Hazard fa parte della saga di Dressrosa che fa parte della saga di Kaidou! E non possiamo da adesso giudicare se il collegamento alla saga successiva non sia progressivo, ma lineare!! Quindi, una situazione vecchia in contesto nuovo pretende un misto di vecchio e nuovo anche nei dettagli. Quindi vecchie formule di personaggi (e.g. assonanza Wyper - Kyros) e nuove si fondono per dar vita ad una saga che è un piccolo mondo a sé nel mondo di One Piece. E la cosa sarebbe già intuibile fin dall'introduzione del Corrida Colosseum, dove personaggi di ogni dove si radunano.
Una nota particolare poi andrebbe a Bellamy, un personaggio vecchio che ritorna in un contesto nuovo rinnovato e che fa percepire la sua evoluzione intima negli ultimi due anni. Un'evoluzione che viene però frenata dalla fragilità umana che il personaggio mostra ora, quasi a far eco alla scena del suo incontro con Doflamingo nella saga di Foxy. Il personaggio di Oda non si evolve solamente, trascende dalla carta e chiede al lettore di immedesimarsi.
Il duo Doflamingo - Rosinante sembra poi essere un misto interessante di personaggi vecchi e nuovi. Un bivalente rapporto tra un personaggio che abbiamo imparato ad "odiare" - per ragioni di trama, ovviamente, perchè il nostro fenicottero rosa resta il mitico Fenicottero rosa, con la "F" maiuscola - e un personaggio che, forse per un istintivo contrasto col fratello, abbiamo amato fin dalla prima comparsa e che molti di noi si porteranno nel cuore per il resto del manga. Ancora una volta Oda riesce a mettere su carta e inchiostro un dualismo umano, un Caino e Abele religioso, uno Yin e Yang filosofico, dove le due parti presentano bene e male al tempo stesso. Come si può dire di Rosinante è buono se era una spia... e dire l'opposto di Vergo, che ne rappresenta la controparte logistica?
Infine, la questione dei punti cardine da raggiungere è una tecnica di comune uso e non ci vedo nulla di male. Lo stesso Oda ha affermato in passato che è così che lui opera nel realizzare le proprie trame. Certo, se la cosa traspare allora forse non è ben realizzata, ma da qui ad affermare che tale saga risulta essere la meno riuscita... direi che ce ne passa di mare. Insomma, l'unica, vera, critica che si può portare al Maestro è che sta dando più spazio ai personaggi secondari ed agli antagonisti che alla ciurma stessa, ma - ehi! - adesso che è toccato a Franky, i prossimi probabilmente saranno Zoro e Robin! Ed infine Luffy, con l'inseparabile - oramai - Law, che pure ha rubato parecchie scene ed è sceso dal piedistallo - nel senso negativo - che gli era stato affibiato ai tempi della saga di Sabaody. |
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