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    (ANSA) - ROMA, 21 SET - Circa 100 persone sono state uccise ieri durante scontri tribali nel sud del Sudan. Lo riferisce l'edizione online della Bbc. Diverse centinaia di guerriglieri dell'etnia Lou Nuer hanno attaccato un villaggio, sparando contro le forze di sicurezza e i civili. Quello di ieri e' solo l'ultimo di una serie di scontri tribali che negli ultimi mesi hanno provocato oltre 2.000 vittime nel Sud del Paese. Per anni tribu' rivali si sono affrontate ma ora le violenze sono aumentate.
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    "La Chiesa è in questo Paese una presenza costantemente leale e costruttiva che non può essere coartata né intimidita solo perché compie il proprio dovere [...] Peraltro, anche quando annuncia verità scomode la Chiesa resta con chiunque amica. Essa infatti non ha avversari, ma davanti a sé ha solo persone a cui parla in verità, dunque mai con parole che possano essere scambiate o accomunate a quelle legittimamente in nome della politica o del costume". La chiude così la polemica sul caso Boffo e sulle critiche espresse dal giornale dei vescovi contro Berlusconi, il presidente dei vescovi italiani, card. Angelo Bagnasco, che oggi ha tenuto il suo discorso d'apertura del consiglio permanente della Cei. Pace sembrerebbe fatta tra la Chiesa cattolica e il centrodestra, anche se poi i temi in agenda sono troppi e troppo cari al Vaticano per non continuare a dire la propria ogni volta che è necessario. Ru486, immigrazione, fine vita, ora di religione e questione antropologica sono solo alcuni dei temi che Bagnasco ha voluto ricordare di fronte al "parlamentino episcopale" che si riunisce da oggi a giovedì a Roma. E al fondo delle considerazioni del Presidente della Cei due richiami: alla responsabilità dei sacerdoti ma anche di chi fa politica e a quei principi etici che devono continuamente ispirare le ragioni della politica e della finanza.

    Caso Boffo. Nel rivendicare il diritto di affermare anche "verità scomode", il porporato ha precisato che la Chiesa "non ha avversari" e "resta con chiunque amica", né i vescovi pretendono di fare "i padroni". Il porporato ha definito la vicenda di Boffo "un passaggio amaro che, in quanto ingiustamente diretto ad una persona impegnata a dar voce pubblica alla nostra comunità, ha finito per colpire un po' tutti noi". Bagnasco ha quindi affermato che "la telefonata che il Santo Padre ha avuto la bontà di farmi, per raccogliere notizie e valutazioni sulla situazione contingente, e le parole di grande benevolenza che egli ha riservato al nostro impegno ci hanno non poco confortato".

    Appello alla sobrietà. Per Bagnasco, l'attacco a Boffo è "il segno di un allarmante degrado di quel buon vivere civile che tanto desideriamo e a cui tutti dobbiamo tendere". Da qui è giunto un appello alla sobrietà della classe politica: "Chiunque accetta di assumere un mandato politico sia consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda all'art. 54 della Costituzione". "Come Vescovi di questo amato Paese - ha aggiunto il cardinale - sottolineiamo anche noi con il Papa l'importanza dei valori etici e morali nella politica ad ogni livello". Dall'altra - ha continuato il card. Bagnasco in un altro punto della sua relazione - "bisognerà rilevare che la socialità, e dunque l'etica, non potranno più essere, nella mentalità dei credenti, lasciate in seconda fila rispetto alla politica o all'economia quali optional marginali, ma devono essere coestese all'intera attività umana, anche a quella più arditamente complessa". Quindi, l'arcivescovo di Genova ha invitato a "singoli, gruppi e istituzioni" a far tesoro dell'esperienza con una capacità di autocritica "in grado di superare un clima di tensione diffusa e di contrapposizione permanente che fa solo male alla società". "È urgente e necessario - ha detto ancora Bagnasco - per tutti e per ciascuno guadagnare in serenità. Questo oggi il Paese domanda con più insistenza".

    Bagnasco ha poi descritto la situazione italiana come attraversata da "un malessere tanto tenace quanto misterioso, che non la fa essere talora una nazione serena e del tutto pacificata al proprio interno, perchè attraversata da contrapposizioni radicali e da risentimenti". "Questa stessa Italia nostra patria, ha aggiunto il porporato, chiede a tutti e a ciascuno un supplemento di amore, un amore fiducioso anche nel coinvolgimento degli altri, un amore capace - nel discernimento sapiente - di inglobare pure le ragioni diverse dalle proprie, rinunciando innanzitutto alla polemica pur di raggiungere un consenso sulla verità più generale".

    Il presidente dei vescovi italiani ha poi ribadito l'esortazione ai giovani cattolici di dedicarsi alla "politica vera e propria nelle sue diverse articolazioni". È - ha spiegato Bagnasco - un campo di missione irrinunciabile e specifico". Si tratta del motivo per il quale la Chiesa non cessa di raccomandare ai giovani e all'intero laicato la strada non solo del volontariato civile, ma anche della politica". Il criterio fondamentale per una onesta valutazione dell'agire politico è dunque la capacità di individuare le obiettive esigenze delle persone e delle comunità, di analizzarle e di corrispondervi con la gradualità e nei tempi compatibili. "È, in altre parole, il criterio della reale efficacia di ogni azione politica rispetto ai problemi concreti del Paese", ha continuato il rappresentante della Cei.

    Strage a Kabul. Il Cardinale Angelo Bagnasco, che è anche l'ex Ordinario militare del nostro Paese, non ha mancato di ricordare nel corso della prolusione con la quale questo pomeriggio ha aperto i lavori del Consiglio episcopale permanente, i sei militari italiani caduti in Afghanistan sottolineando come il lutto per questi giovani, provenienti quasi tutti dal Sud, abbia unito il Paese.

    "Vogliamo da subito esprimere il nostro profondissimo cordoglio - ha detto il cardinale - per i sei soldati italiani caduti in Afghanistan, vittime di un attentatore suicida. Altri quattro soldati sono risultati gravemente feriti. Oltre a questi, com'è noto, sono morti una decina di civili afgani e una cinquantina sono rimasti a loro volta feriti". "Non è esagerato parlare di strage - ha osservato l'arcivescovo di Genova - tanto più assurda se si pensa ai compiti assolti dalla forza internazionale che opera in quel Paese e allo stile da tutti apprezzato con cui si muove in particolare il contingente italiano. Non è un caso che questo lutto, com'era successo per la strage di Nassiriya, abbia toccato il cuore dei nostri connazionali, commossi dalla testimonianza di altruismo e di dedizione di questi giovani quasi tutti figli delle generose terre del nostro Sud". "E per questo il nostro popolo - ha aggiunto - si è stretto alle famiglie dei colpiti con una partecipazione corale al loro immane dolore. Anche noi ci uniamo ai sentimenti prontamente espressi dal Santo Padre, e preghiamo il Signore perché conceda il premio eterno a questi fratelli defunti, la pronta guarigione ai colpiti, forza e consolazione ai parenti".

    Biotestamento. Il lavoro compiuto al Senato sulla legge sul biotestamento "è prezioso perché dice la volontà di assicurare l'indispensabile nutrimento vitale a chiunque, quale che sia la condizione di consapevolezza soggettiva", ha affermato il presidente dei vescovi italiani card. Angelo Bagnasco e la Cei auspica che la Camera non si lasci "fuorviare da pronunciamenti discutibili".

    Accennando al tema del "fine vita", il cardinale ha parlato di "un pronunciamento quanto meno ambiguo" giunto negli ultimi giorni, cioè il giudizio espresso la scorsa settimana dal Tar del Lazio sulla direttiva Sacconi. Il Tribunale, pur essendosi pronunciato contro una legge che limiti la volontà del malato, cosciente o incosciente, non ha però accolto il ricorso del Movimento difesa dei Cittadini in questo senso, ma lo ha respinto per difetto di giurisdizione. Dunque, la direttiva di Sacconi che stabilisce l'impossibilità di sospendere idratazione e alimentazione in strutture ospedaliere non ha perso la sua efficacia. "Attendiamo una legge - ha affermato Bagnasco - che possa scongiurare nel nostro Paese altre situazioni tragiche come quella di Eluana". "Nel rispetto delle prerogative del Parlamento - ha aggiunto - ci limitiamo ad auspicare che un provvedimento, il migliore possibile, possa essere quanto prima varato a protezione e garanzia di una categoria di soggetti tra i più deboli della nostra società, senza lasciarsi fuorviare da pronunciamenti discutibili".

    Aborto. Il cardinale Angelo Bagnasco è tornato poi a criticare l'introduzione della pillola Ru486 e ha appoggiato la proposta di un dibattito parlamentare sul farmaco. "Sulla pillola Ru486, su cui è stata assunta una decisione controversa, sottovalutando probabilmente, e a giudizio di molti, le notizie circa i casi avversi, noi abbiamo detto - ha rilevato il presidente dei vescovi italiani - già in più occasioni quello che era doveroso dire. Ossia che è una decisione solo apparentemente rispettosa della libertà, in quanto annulla i diritti di una delle parti in causa, la più indifesa, cioè della vita appena affiorata ma già reale".

    "E anche nei confronti della donna - ha precisato Bagnasco - il principio di precauzione poteva e doveva suggerire altre cautele. Lo stesso vincolo ad un ricorso al farmaco solamente tramite ricovero ospedaliero, al di là delle obiezioni che esso incontra e a misure sempre meno rigorose che la prassi in simili casi finisce per incoraggiare, nei fatti non determina quell'allerta adeguato che la natura del farmaco imporrebbe. Su tutto ci pare che emerga il rischio di una ulteriore banalizzazione del valore della vita, con l'incremento di una mentalità secondo cui l'aborto stesso finisce per essere considerato un anticoncezionale". "Che è esattamente ciò - ha proseguito - che la controversa legge 194 nella sua prima parte esclude. Si è ora in attesa delle delibere tecniche che dovrebbero essere emesse a breve, e soprattutto si è in attesa di quel dibattito parlamentare che potrà consentire di arrivare ad una maggiore verità sul farmaco stesso, e su ciò che ha già obiettivamente causato anche in varie altre nazioni".

    Rapporto Chiesa-Stato italiano. Contro il Concordato di tanto in tanto si riversano le critiche velleitarie di parte dell'opinione pubblica, la Chiesa in Italia vuole invece collaborare per la costruzione del bene comune e in questa prospettiva rimane aperta al confronto con tutte le posizioni culturali per trovare, laddove possibile, convergenze e sintonie. È quanto ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco durante il suo intervento d'apertura dei lavori del Consiglio episcopale permanente.

    "È sullo stesso strumento concordatario che di tanto in tanto - ha detto il Presidente dei vescovi italiani - si riversano riserve e velleitarismi anche da settori insospettabili dell'opinione pubblica. Trascorsi ormai venticinque anni dalla felice riforma che ha riguardato il Concordato in vigore nel nostro Paese, risulta ulteriormente confermata l'importanza e l'attualità di quel grande accordo di libertà che accomuna Stato e Chiesa non solo nel riconoscimento della reciproca autonomia, ma anche nell'impegno condiviso di collaborazione per la promozione dell'uomo e il bene del Paese". "Ci rafforziamo dunque - ha aggiunto - in questa convinzione: se restiamo costantemente aperti al confronto con tutte le posizioni culturali, la nostra Chiesa potrà uscirne migliorata, senza tuttavia trovarsi per ciò stesso condizionata negli orientamenti e nelle scelte da operare".

    "La nostra comunità ecclesiale - ha spiegato ancora Bagnasco - ha davanti a sé infatti una stagione fervida di incontri e impegni annunciati nel segno della sinergia intellettuale rispetto a sensibilità diverse dalla propria, e ciò non per un eclettismo fine a se stesso, ma perchè approfondendo continuamente la nostra identità, e mai rinunciando ad essa, non possiamo non avvertire il vincolo che ci lega all'autentica ricerca condotta da tante persone nei vari campi dell'attività umana". "In altri termini - ha osservato il Presidente della Cei - la Chiesa pellegrina in Italia non indietreggia, e mai rinuncerà - secondo la sua tradizione - ad un atteggiamento di apertura virtuosa collaudato negli anni, e spera che altri si affaccino o continuino ad affacciarsi nell'agorà pubblica con onestà e passione, amore disinteressato per le sorti comuni, autentica curiosità intellettuale, in vista - se ci saranno - di alcune convergenti sintonie".

    Immigrazione. Il presidente della Cei ha quindi toccato il tema dell'immigrazione in Italia: "Le esigenze di legalità e sicurezza dei cittadini - ha detto il cardinale Bagnasco - non possono essere disgiunte dalla garanzia dei diritti umani riconosciuti nell'ordinamento nazionale e internazionale agli immigrati, né possono portare a trascurare stati di necessità e doveri da sempre radicati nel cuore della nostra gente".

    Premesso che quello dell'immigrazione è un "fenomeno sociale di natura epocale" da inquadrare in una "lungimirante politica di cooperazione internazionale", Bagnasco ha ricordato le recenti "disposizioni in materia di sicurezza pubblica" varate in Italia, "sulle quali in verità - ha detto - non sono mancate da parte cattolica riserve variamente espresse". "L'esclusione dal circuito della legalità può dar luogo infatti - ha spiegato - a non previste situazioni di ulteriore auto-emarginazione delle persone, indotte per la paura a nascondersi e a ritirarsi definitivamente dalla fruizione di servizi essenziali che le strutture pubbliche fino a ieri garantivano a tutti". "In altre parole - ha aggiunto - i problemi che si tenta di risolvere per una certa via fatalmente ritornano, riproponendo l'esigenza di dispositivi meglio calibrati, come opportunamente è stato fatto per le badanti". Bagnasco ha definito illuminante l'insegnamento dell'enciclica papale 'Caritas in veritate' quando dice: "Ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione".

    "A più riprese l'Italia - ha quindi sottolineato il porporato - ha cercato negli ultimi lustri delle risposte alle questioni provenienti dai flussi migratori, e ultimamente ciò è accaduto con il varo delle disposizioni in materia di sicurezza pubblica, sulle quali in verità non sono mancate da parte cattolica riserve variamente espresse. Ora, tenuto saldo il criterio esposto nella Caritas in veritate, secondo cui 'la Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire e non pretende minimamente di intromettersi nella politica degli Stati', bisogna osservare che vi è la necessità di soluzioni in grado di contemperare esigenze diverse ma, a guardare bene, non antitetiche. Il rispetto della legalità e della sicurezza dei cittadini non può essere disgiunto dalla garanzia dei diritti umani riconosciuti nell'ordinamento nazionale e internazionale, né può portare a trascurare stati di necessità e doveri da sempre radicati nel cuore della nostra gente". "L'esclusione dal circuito della legalità - ha poi spiegato - può dar luogo infatti a non previste situazioni di ulteriore auto-emarginazione delle persone, indotte per la paura a nascondersi e a ritirarsi definitivamente dalla fruizione di servizi essenziali che le strutture pubbliche fino a ieri garantivano a tutti".

    Scuola. La vera discriminazione era quella che si affermava con la sentenza del Tar del Lazio di questa estate che impediva all'insegnamento di religione di produrre crediti nel percorso formativo degli studenti, quindi bene ha fatto il ministro della Pubblica Istruzione a fare ricorso al Consiglio di Stato. Così, ha parlato il cardinale Angelo Bagnasco aprendo questo pomeriggio i lavori del Consiglio episcopale permanente e toccando il tema dell'istruzione. "Questa estate - ha ricordato l'arcivescovo di Genova - il Tar del Lazio accoglieva il ricorso presentato da un variegato cartello di associazioni laiciste ed esponenti di altre confessioni religiose non cattoliche, con il quale si chiedeva che l'insegnamento di religione non produca crediti aggiuntivi nella valutazione scolastica di quel 91 per cento degli studenti che liberamente scelgono di avvalersi di tale insegnamento. Le motivazioni di questa iniziativa appaiono speciose, perchè in nome di una supposta non discriminazione, di fatto si finisce - e come - per discriminare la stragrande maggioranza degli studenti". "Opportunamente - ha aggiunto il Presidente della Cei - il Ministero della Pubblica Istruzione ha già avanzato ricorso al Consiglio di Stato, ribadendo con altro suo atto la validità della presenza dell'insegnamento di religione nel curriculum scolastico".

    "Occorre dire - ha detto ancora il cardinale - che la sentenza ha suscitato immediatamente una vivace reazione che ha visto tra i protagonisti la nostra Commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università e gli stessi insegnanti di religione". "Soprattutto da loro - si legge nella relazione di Bagnasco - è venuta un'importante segnalazione: questa reiterata offensiva, su un punto apparentemente limitato della normativa in atto già passata al vaglio di altre sentenze, può fuorviare dal nocciolo della vera questione, depotenziando l'aspetto motivazionale legato all'interesse per la conoscenza del fenomeno religioso. Occorre osservare che la posizione italiana sull'argomento è in sintonia con i più avanzati sistemi scolastici nazionali".

    Quindi il richiamo a quanto ha detto in proposito lo stesso Vaticano: "Fa testo la Lettera diffusa nel maggio scorso dalla Congregazione vaticana per l'Educazione cattolica, e della quale l'opinione pubblica ha avuto notizia nelle settimane scorse. Vi si legge, tra l'altro: 'La specificità di quest'insegnamento non fa venir meno la sua natura propria di disciplina scolastica, con la stessa esigenza di sistematicità e rigore delle altre discipline'. Non richiede cioè l'adesione di fede, ma assicura una riflessione argomentata sulle grandi domande di senso e sulla religione cattolica che offre i codici indispensabili per decodificare i segni della storia, dell'identità, dell'arte e della musica dell'Occidente, ma non solo. Per cui parlare in modo sbrigativo di catechismo di Stato finisce per far incespicare quell'indispensabile e prezioso dialogo interculturale, per altri versi e in altri contesti auspicato".

    Crisi economica. L'attuale grave crisi economica ha impoverito il Paese che pure ha retto l'urto del collasso finanziario mondiale con grande dignità grazie in particolare ai sacrifici compiuti dalle fasce meno abbienti della popolazione. In questa prospettiva compito fondamentale della politica resta quello della giustizia. È quanto ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco. "Una parola vorremmo dire sul nostro Paese - ha affermato il cardinale - su questa Italia che con grande dignità ha saputo fino ad oggi affrontare una crisi economica che l'ha complessivamente impoverita, chiedendo sacrifici pesanti a tutti, e soprattutto ai meno abbienti". "In quest'ottica - ha quindi rilevato Bagnasco - non vi è dubbio che compito essenziale della politica è la giustizia, e quindi la promozione del bene comune, ossia del bene di quel 'noi tutti', formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale".

    Unità d'Italia. Il prossimo anniversario per i 150 anni dell'unità d'Italia deve servire a coltivare la cultura dell'incontro dello stare insieme, deve alimentare visioni grandi per "nutrire gli spiriti"; e su questa strada l'Italia potrà contare sulla Chiesa. Così cardinale Angelo Bagnasco ha dedicato il paragrafo conclusivo del suo discorso alle celebrazioni per l'anniversario dell'Unità d'Italia. "I Vescovi - ha detto il porporato - si schierano senza esitazione in vista delle prossime celebrazioni per i 150 anni dell'unità nazionale".

    Nel suo discorso, il presidente della Cei ha quindi sottolineato come l'Italia abbia una "naturale vocazione unitaria" arricchita da città e territori che oggi vive una nuova dimensione da una parte dentro la costruzione europea e dall'altra aprendosi a processi di cittadinanza sempre più ampi. "Storici ed esperti vari - ha aggiunto - hanno discusso negli ultimi mesi sul carattere dei festeggiamenti e sulle opere da lasciare a ricordo. Noi pensiamo che ci sia qualcosa di importante da far succedere nelle coscienze, il riflettere cioè sulla base secolare del nostro essere, alla radice, italiani, segnati da confini così caratteristici che è impossibile guardare sulla carta geografica l'Italia e non pensare ad una sua naturale vocazione unitaria". "Certo, la storia e il costume - ha aggiunto - ci hanno insegnato ad apprezzare le articolazioni, i diversi territori, le città, ma tutto questo ormai in un invincibile processo di coesione per valorizzare le appartenenze confluenti nell'unità della nazione, a sua volta inserita in processi di cittadinanza sempre più ampi".

    "Servono visioni grandi - ha detto il cardinale - non per fare della retorica, ma per nutrire gli spiriti e seminare nuovo, vitale ottimismo. Ha ragione chi dice che l'anniversario deve alimentare la cultura dello stare insieme, di questo c'è oggi bisogno, abbassare le difese e gettarci maggiormente nell'incontro con gli altri. In questo, le nostre comunità cristiane distribuite a reticolo continueranno a fare la loro parte. L'Italia sa che può contare sempre sulla Chiesa, sulle sue risorse e sulla sua leale dedizione, sul suo spirito di sacrificio e la sua volontà di dono", ha concluso il presidente della Cei.
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    Due ore e mezza di faccia a faccia, al termine del quale il Cavaliere è uscito senza rilasciare dichiarazioni, ma visibilmente soddisfatto. L'incontro fra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, attesissimo, si è svolto in campo "neutro" - la residenza romana di
    Gianni Letta di via della Camilluccia - e non alla Camera, a sottolineare il carattere politico e non istituzionale del vertice a due.

    È la prima volta che il Cavaliere e Fini si confrontano in privato dopo le tensioni e il botta e risposta delle scorse settimane. Tanti i temi messi sul tavolo dal presidente della Camera. A partire dalle richieste avanzate dall'ex leader di An alle assise di Gubbio: una "maggiore democrazia interna al Pdl" e un "cambio di marcia" nel
    partito. Ma anche i temi dell'immigrazione, del testamento biologico, delle regionali 2010.

    Dall'entourage del presidente Fini bocche cucite sull'esito del vertice. Il primo a
    parlare, a qualche ora dal faccia a faccia, è Italo Bocchino. Il vice capogruppo Pdl alla Camera, promotore della "lettera dei 50" ex An a Berlusconi, afferma che
    dall'incontro "sono emerse le condizioni per avviare il percorso che noi avevamo auspicato e che puo' portare a un rafforzamento del Pdl e a una sua strutturazione sul territorio con una costante convocazione degli organi e quindi un autentico funzionamento democratico". Ma non nasconde "l'esistenza di due visioni diverse di partito". "Le condizioni - assicura Bocchino - ci sono tutte. Ora bisogna passare dalle parole ai fatti. Se son rose fioriranno...".

    "L'incontro fra Berlusconi e Fini è andato bene e adesso bisogna combinare insieme una concezione leaderistica del partito-movimento con quella che richiede sedi permanenti di dibattito e un serio lavoro sul territorio. Questa conciliazione è possibile purché si faccia uno sforzo serio da ogni parte e purche' si portino avanti contenuti coerenti con il programma elettorale e di governo", è la sintesi del presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. Che ha aggiunto: "Per le elezioni regionali dobbiamo consolidare la maggioranza con la Lega e aprirla, ove possibile, anche all'Udc. Il Pdl è un grande partito nazionale, forte sia al Nord che al Sud, caratterizzato da un orientamento moderato e riformista e che quindi deve essere equilibrato, rifuggire da inutili estremismi, ma anche non soffrire di alcun complesso di inferiorita' nei confronti di una sinistra che non ha più una sua autonomia politica, ma che si fa egemonizzare da La Repubblica e da Di Pietro".
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    ROMA - "Una missione per proteggere la popolazione. I caduti sono eroi". Sono le parole dell'addio, quelle pronunciate da Monsignor Pelvi dall'altare della basilica di San Paolo fuori le mura. Parole di amarezza, e di orgoglio, nel giorno del lutto nazionale. Nel mezzo di un mattino in cui l'Italia saluta per l'ultima volta i sei soldati uccisi a Kabul.

    Poco prima, le sei bare avevano sfilato dal Celio alla Basilica, avvolte nel tricolore. Lungo la strada in molti, durante il tragitto, avevano applaudito e sventolato bandiere. Ed ancora applausi all'arrivo e l'urlo "Folgore!".

    Già in migliaia avevano affollato la camera ardente al Celio a Roma. E moltissimi hanno riempito San Paolo questa mattina. Dentro, lo Stato è in prima fila. A partire dal presidente, Giorgio Napolitano. E poi il premier Silvio Berlusconi, i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, molti esponenti dell'opposizione e del governo, tutti i vertici delle forze armate.

    Alle undici i feretri entrano nella Basilica. Napolitano si inchina al loro passaggio e resta a lungo sull'attenti. Su ciascuna delle sei bare c'è la foto di ogni vittima e le decorazioni che ha ricevuto.

    Ad officiare il rito è monsignor Vincenzo Pelvi. Legge un messaggio con il cordoglio di Papa Benedetto XVI ("Sono profondamente addolorato per il tragico attentato"). Nell'omelia ricorda le vittime chiamandole per nome ed esaltando le loro vite vissute al "servizio della pace".

    Si va avanti con la preghiera del parà letta dall'ex basco amaranto Gianfranco Paglia, deputato del Pdl, costretto su un sedia a rotelle dopo essere rimasto ferito in Somalia. Accanto a lui il figlio di Antonio Fortunato, Martin, di sette anni, con in testa il basco amaranto della Folgore. Prima che cominciassero le esequie aveva commosso tutti: si era alzato dalla sedia ed era andato ad accarezzare la foto del papà deposta sulla bara.

    Alla fine, i feretri escono salutati da un lungo applauso, dal grido 'Folgore' e dal passaggio delle Frecce Tricolori. E' l'ultimo omaggio di una cerimonia intensa, commovente, sentita. Che ha visto un solo momento di imbarazzo. Quando un uomo ha preso un microfono ed
    è andato sull'altare gridando più volte "pace subito" prima di essere portato via.
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    Treno deragliato, aperte due inchieste
    Anche Formigoni chiede chiarimenti: «Incidente incomprensibile». Codacons: 38 incidenti in 15 mesi

    La rimozone del vagone deragliato (Newpress)

    MILANO - Le Ferrovie dello Stato hanno aperto un'inchiesta amministrativa per accertare la causa e la dinamica dell'incidente avvenuto domenica sera nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Lo si legge in una nota delle FS. Anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha disposto l'apertura di una inchiesta: «Vogliamo che la società ferroviaria ci spieghi come sia potuto accadere un incidente del genere - ha detto Formigoni -. Voglio che sia fatta piena luce perchè la sua dinamica pare incomprensibile». Proseguono intanto le attività da parte dei tecnici di Rete ferroviaria italiana per ripristinare l'infrastruttura danneggiata in seguito al deragliamento. Alle 22,30 circa di domenica, un treno completamente vuoto, in fase di manovra, è uscito dai binari ed è poi precipitato da un cavalcavia. Fortunatamente non si sono registrati danni alle persone, ma le due ditte proprietarie dei capannoni sui quali sono precipitati il locomotore e il vagone deragliati - un'impresa edile e una fabbrica di pupazzi - lamentano pesanti danni.

    TRAGEDIA EVITATA - Il deragliamento avrebbe potuto avere un bilancio ben diverso se il convoglio fosse stato pieno di viaggiatori. Il treno stava percorrendo un tratto ferroviario che dalla Stazione Centrale porta in deposito, verso Lambrate. All'altezza di viale Monza, tra i civici 90 e 101, dietro i quali scorre la massicciata sopraelevata, il deragliamento. A uscire dai binari, poco prima di un ponte ferroviario, all'incrocio con via Popoli Uniti (dove si trova il palazzo nel cui cortile sono cadute le carrozze) sono state la motrice e cinque vagoni del treno vuoto. Due sono precipitati dal terrapieno e si sono accartocciati l'uno sull'altro, avvolti da un denso fumo nero, nel cortile del palazzo. Paura e tanto spavento tra gli abitanti della zona, alcuni dei quali oggi hanno raccontato attraverso i blog che da anni sono preoccupati per la vicinanza della massicciata. Così come sono tanti gli interrogativi su come evitare simili tragedie individuandone al più presto cause e responsabili.

    SEMAFORO «BRUCIATO» - Al momento dell'incidente, sostengono le FS, «tutte le apparecchiature di stazione funzionavano regolarmente e l'infrastruttura ferroviaria era in condizioni ottimali». Da una prima ricostruzione sembrerebbe che nel corso delle operazioni di ricovero sia stato «bruciato» un semaforo rosso. La circolazione dei treni in arrivo ed in partenza da Milano Centrale è stata rallentata per tutto il giorno, con ritardi compresi tra i venti e i trenta minuti. I treni provenienti da Sud e diretti in Centrale hanno terminato la corsa nelle stazioni di Milano Lambrate e Rogoredo.

    GUIDAVA UN APPRENDISTA? - Nell’inchiesta regionale annunciata dal presidente Formigoni, i ferrovieri della storica rivista «Ancora In Marcia!» hanno chiesto di verificare anche la natura dei rapporti di lavoro, perché «sarebbe gravissimo che a lavorare sui treni, soli alla guida, ci fossero giovani macchinisti apprendisti, senza tutor, in assenza del secondo macchinista e senza ausili tecnologici per impedire errori». «Ieri sera solo per caso si è sfiorato il disastro» continuano i ferrovieri, denunciando come «grave il tentativo delle Ferrovie di minimizzare, come accaduto pochi giorni fa per il deragliamento di un merci a Chiusi». «Siamo preoccupati perché si assiste ad un degrado complessivo della sicurezza sui nostri binari - proseguono i promotori della rivista - e gli incidenti di queste settimane, come quelli precedenti la strage di Viareggio, sono forti segnali di allarme che non dovevano e non devono essere ignorati». «Per l’incidente di ieri sera - concludono i ferrovieri - se si trattasse di errore umano, come ipotizzato dalle Fs, ci troveremmo con ogni probabilità in presenza di equipaggio ad un solo macchinista, quindi con una scelta aziendale volta a tagliare sul personale, lasciando alla guida una sola persona, aumentando le possibilità di errore e di incidente, incidente che non è stato evitato dalle apparecchiature ferroviarie e dai sistemi di bordo».

    GLI INCIDENTI - Contro i risparmi si leva anche la voce del Codacons: il movimento dei consumatori ha stimato che «dal giugno 2008 al giugno 2009 si sono verificati 36 incidenti ferroviari nel nostro Paese, un numero spropositato, a cui nel frattempo vanno aggiunti l’incidente di Chiusi e quello di domenica». Il presidente Marco Maria Donzelli ha sottolineato che l’associazione ha già definito «insufficienti» i controlli effettuati dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf). «L’incidente di ieri è l’ennesima dimostrazione - conclude Donzelli - che l’impegno di due miliardi di euro per l’acquisto di treni nuovi preso dai vertici delle Fs è assolutamente inadeguato non solo per assicurare ai pendolari pulizia e puntualità, ma per garantire la sicurezza dei trasporti e impedire deragliamenti e altri sinistri».
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    Salve, vi ho visti tutti sul KHA xd
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    Il brand Final Fantasy ritorna in grande stile in esclusiva sulla console portatile Sony con Dissidia Final Fantasy, titolo che riporta alla ribalta i personaggi più famosi della serie (da Final Fantasy I a Final Fantasy X) buoni e non, facendoli scontrare tra di loro in un frenetico Picchiaduro/GDR. Vediamo nella nostra recensione se Square sia riuscita a confezionare un prodotto degno della fama della serie in questione.

    Dissidia:Final Fantasy si distingue da ogni altro capitolo della saga principalmente per il genere, infatti non ci troviamo davanti al classico GDR di stampo nipponico, ma ad un Picchiaduro/GDR con meccaniche tanto frenetiche quanto profonde. Avremo a disposizione intere arene 3D, tutte tratte dall’universo di Final Fantasy, luoghi emblematici che i fan riconosceranno a prima vista; in esse potremo muoverci liberamente con uno dei 22 personaggi giocabili (tra cui i famosissimi Cloud, Squall, Tidus e Sephiroth), con l’obiettivo di sconfiggere l’avversario con l’ausilio di diversi espedienti, quali armi, magie o evocazioni tipici della serie. Avremo a disposizione due tipi di attacchi:
    - Gli Attacchi audacia, che abbasseranno la forza d’attacco dell’avversario, assimilata dal nostro personaggio;
    - Gli Attacchi PV, che infliggeranno danni agli HP dell’avversario pari ai punti audacia posseduti e precedentemente assimilati dall’avversario;
    Inoltre, sparsi per l’arena, troveremo i cosiddetti nuclei EX che, accumulati, riempiranno la barra EX; Riempita la barra potremo attivare la Modalità EX che porterà cambiamenti esteriori in base al personaggio utilizzato (Stato di Trance, Trasformazione, Utilizzo di Spade Supreme) e che ci permetterà di scatenare un potentissimo e scenografico colpo finale che la maggior parte delle volte annienterà l’avversario. Come ogni GDR che si rispetti a fine duello otterremo dei punti spendibili in vari menù:
    - Punti esperienza, che faranno aumentare il livello e le relative statistiche del personaggio;
    - Guil (Denaro), spendibile nel negozio per ottimizzare il nostro equipaggiamento;
    - PG (Punti Giocatore), spendibili per sbloccare personaggi e altri numerosi extra.
    Immancabili alcune opzioni presenti nei precedenti capitoli:
    - Abilità, che ci permetterà di modificare le abilità che il nostro personaggio userà in combattimento;
    - Equipaggiamento, per modificare armi, armature, accessori del nostro personaggio;
    - Evocazioni, equipaggiabili sottoforma di evocagemme richiamabili in battaglia, tra cui gli immancabili Bahamut,Shiva e Ifrit;
    - Eureka: sistema che creerà oggetti in base a determinate condizioni da soddisfare in battaglia;
    Molteplici le modalità di gioco:
    - Storia: La modalità Storia ci farà diventare protagonisti di una battaglia epica tra il bene (Cosmos) e il male (Chaos), e ci ritroveremo alla guida dei 10 guerrieri del Bene, nelle cosiddette “Odissee del Destino”, uniti per raccogliere i cristalli necessari a far ritornare Cosmos e la pace nel mondo.
    Ogni Odissea sarà divisa in piani e il nostro compito sarà quello di muovere il nostro personaggio su una scacchiera, sulla quale saranno presenti i nemici da sconfiggere, tesori da raccogliere e la stele di Chaos da distruggere per completare il livello. Raccolti i cristalli i nostri eroi saranno pronti ad affrontare la battaglia finale contro Chaos.
    - Arcade: Modalità classica dei picchiaduro che ci farà affrontare una serie di avversari in sequenza;
    - Battaglia: Modalità che ci permetterà di scontrarci con la CPU o contro un avversario umano utilizzando la Wi-Fi Wireless Connection.
    Passando al comparto grafico, ci troviamo di fronte ad uno dei migliori visti su PSP, con la presenza di spettacolari sequenze in CG ed una grafica di gioco colorata con modellazioni poligonali e volti dei personaggi ben realizzati. Il sonoro è eccellente, con motivi tratti da tutti i capitoli della serie (come non ricordare One-Winged Angel di Final Fantasy VII), più nuovi e incalzanti inediti.
    ConclusioniIn definitiva Dissidia Final Fantasy si dimostra all’altezza del prestigioso brand confermando che Square Enix con i GDR ci sa fare. Consigliatissimo ai fan della serie e a chiunque voglia giocare DOVUNQUE ad un eccellente Picchiaduro impreziosito da elementi GDR.
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    A pochi mesi dall’uscita della raccolta dei migliori brani della serie, Guitar Hero non smette mai di stupirci e ritorna in grande stile con il quinto capitolo, fresco di novità e restyling. Guitar Hero 5 si prefigge l’obiettivo di regalare al videogiocatore l’esperienza musicale definitiva, con l’introduzione di modalità davvero interessanti. Scopriamo nella nostra recensione se l’obiettivo è stato centrato e se, ancora una volta, Activision sia riuscita a tenere alto il nome del famosissimo brand.

    Il nuovo capitolo della serie mantiene intatte le meccaniche che l’hanno reso famoso; come al solito ci troveremo di fronte lo “spartito” di note da eseguire mediante l’utilizzo degli strumenti in dotazione(Chitarra/Basso o Batteria), con il giusto tempismo nella pressione dei tasti.

    La prima novità di questo nuovo capitolo ci viene proposta a partire dalla schermata iniziale, che ci da la possibilità di passare al menù principale o di selezionare il cosiddetto Party Mode.
    Questa nuova modalità consiste nell’entrare subito nel “vivo” dell’esibizione senza l’ausilio di alcun menù, ma con la semplice pressione di un tasto.
    Entrati in questa modalità ci ritroveremo a suonare un brano casuale e, con l’ausilio di un menù posizionato sullo spartito potremo scegliere lo strumento, il brano da eseguire (se quello casuale non sarà di nostro gradimento), e la difficoltà dello stesso. La particolarità di questa modalità consiste quindi nell’immediatezza ma soprattutto nella possibilità far entrare o uscire dalla partita i nostri amici con la semplice pressione di un tasto; per di più nel Party Mode non si potrà fallire la canzone, evitando eventuali frustrazioni. Un’altra novità consiste nella possibilità di combinare, durante l’esecuzione di un brano, più strumenti dello stesso tipo, avendo ad esempio due bassi e due chitarre o due cantanti e due batteristi, insomma, tutte le combinazioni possibili. Se nella schermata iniziale sceglieremo invece di procedere al menù principale, quest’ultimo ci permetterà in maniera intuitiva di scegliere le modalità a nostra disposizione:

    Partita Veloce: Modalità classica che ci permetterà di suonare in singolo o con una band le nostre tracce preferite;
    Carriera: Anche questa modalità presenta dei cambiamenti rispetto alle passate edizioni, infatti oltre a suonare determinate tracce in determinati locali, saranno presenti delle sfide per ogni brano che ne allungano sicuramente la longevità.
    Emporio Musicale: Attraverso questo negozio virtuale potremo acquistare nuovi brani o importare,a pagamento, parte delle tracklist dei capitoli Guitar Hero: World Tour e Guitar Hero: Greatest Hits o i relativi dlc già scaricati.
    GHStudio: Torna anche in questo capitolo lo studio di registrazione, che ci permetterà di creare con un po’ di abilità e pazienza i nostri personalissimi capolavori.
    Crea Rockstar: Come al solito potremo creare il nostro rocker virtuale da far salire sul palco, o in esclusiva per gli utenti Xbox360, utilizzare il proprio Avatar come personaggio giocabile.
    Sfide: Novità anche per quanto riguarda le sfide multiplayer sia in locale che online e , tra le new-entry ricordiamo la modalità “Scalata”, che consisterà nel far partire il brano a difficoltà media e innalzarlo o abbassarlo in base alla nostra esecuzione; segnaliamo inoltre la modalità “Rockfest”, che si presenta come una combinazione di sfide con regole che cambiano dopo ogni canzone.

    Anche dal punto di vista tecnico si osservano dei netti miglioramenti, con modellazioni poligonali dei rocker e ambientazioni davvero molto curati.
    Per quanto riguarda la tracklist, essa si compone di 85 nuove tracce; si spazia dall’Heavy-metal al Brit-pop, dal rock al funky, rendendola davvero TROPPO varia, scelta che potrebbe scoraggiare molti utenti dall’acquisto. Comunque la presenza di brani del calibro di Smells like teen spirit, Under Pressure o Superstition fa gola a tutti, ma pochi brani di certo non potranno soddisfare appieno tutti i giocatori.
    Altra nota a sfavore può essere riscontrata in una mappatura dei tasti artificiosa ed un riconoscimento vocale non molto preciso.
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    Ecco a voi la lista dei titoli che sono usciti o usciranno questa settimana:

    - Dungeon Lords (PC)

    - Drill Dozer (GBA)

    -Chibi-Robo (GameCube)

    -Finding Nemo: Escape to the Big Blue (DS)

    -Midway Arcade Treasures Deluxe Edition (PC, Xbox, PS2, GC)

    - L.A. Rush (PC, Xbox, PS2)

    - World Soccer Winning Eleven 9 (Xbox, PS2, PC, PSP)

    - Arena Football (PS2, Xbox)

    - Tales of Legendia (PS2)

    - Resident Evil: Deadly Silence (DS)

    - Street Fighter Alpha 3 MAX (PSP)

    - The Rub Rabbits! (DS)
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    Finalmente arriva nei negozi "Turn It Up", il primo atteso album di Pixie Lott.

    La nuova rivelazione della musica inglese ha già conquistato il pubblico con il suo primo trascinante singolo "Mama Do", mentre il secondo brano estratto dal disco è "Boys And Girls", che ha già raggiunto i primi posti delle classifiche di singoli in Inghilterra.

    Per la registrazione del primo disco, Pixie si è avvalsa della collaborazione di importanti nomi della scena pop mondiale, tra cui Cutfather e Jonas Jeburg (già al alvoro con Kylie Minogue e Pussycat Dolls), Red One (famoso per Lady Gaga "Just Dance"), Toby Gad (il produttore e scrittore dietro a "If I Were A Boy" di Beyoncé) e Kara DioGuardi, autrice e giudice di American Idol.

    Per conoscere meglio questa nuova stella della musica vai su MTV Push.

    Inoltre, Pixie Lott è tra gli artisti ancora in gara per il Coca-Cola Live @ MTV The Summer Song. Se ti piace la sua canzone 'Mama Do', puoi votare mandando un SMS al 48254. Per soprire il risultato segui la puntata di Hitlist Italia in onda stasera a partire dalle 21.
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    Nuovo disco e nuovi concerti per Laura Pausini.

    La cantante pubblicherà a novembre un CD+DVD intititolato "LauraLive", che raccoglie il meglio del repertorio proposto durante il suo recente "World Tour 2009". La release conterrà anche tre brani inediti: "Con La Musica Alla Radio", "Casomai" e "Non Sono Lei". Si parla anche di un quarto inedito ma la notizia dev'essere ancora confermata.

    Il primo di questi inediti uscirà come singolo venerdì 25 settembre.

    Laura però non ha assolutamente intenzione di fermarsi e ha annunciato che terrà altre undici date del 'Primavera In Anticipo World Tour'.

    Ecco il calendario con i nuovi appuntamenti live:
    13/11/2009 Rimini, 105 Stadium
    14/11/2009 Mantova, Palabam
    17/11/2009 Torino, PalaOlimpico (Isozaki)
    20/11/2009 Milano, Mediolanum Forum
    25/11/2009 Jesolo (VE), Palazzo del Turismo
    27/11/2009 Roma, Palalottomatica
    01/12/2009 Acireale (CT), Palatupparello
    03/12/2009 Eboli (SA), Palasele
    05/12/2009 Casalecchio di Reno (BO), Futurshow Station
    07/12/2009 Firenze, Mandela Forum
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    E' durato tre anni il matrimonio tra Avril Lavigne e Deryck Whibley, frontman dei Sum 41.

    Dopo mesi di voci incontrollate sui problemi di questa coppia, arriva la notizia che lei avrebbe detto chiaramente di non voler più avere niente a che fare con l'ormai ex e lo avrebbe sbattuto fuori dalla loro casa a Bel Air, Los Angeles. Dal canto suo, Deryck sarebbe decisamente provato.

    La separazione non è affatto pacifica, pare infatti che Avril sia decisa a registrare di nuovo le canzoni del suo nuovo album, per cancellare il contributo che aveva dato Deryck agli arrangiamenti. Anche la scorsa settimana - quando Avril aveva presentato a New York la sua linea d'abbigliamento Abbey Dawn - il compagno era assente: evidentemente non si respirava aria buona...
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    Una delle famiglie più famose e prolifiche a livello musicale è proprio la famiglia Jackson, che potrebbe finire in TV.

    Ci sarebbe infatti la possibilità che dalle vicende nascesse un reality show per la TV. Tito J. ha confermato che lui, Jermaine, Jackie e Marlon hanno già acconsentito a girare la puntata pilota di un documentario che potrebbe essere pronto entro fine mese. Il titolo sarebbe "The Jackson Dynasty" e ci sarebbero specifici piani per tramutare il documentario in un appuntamento seriale per le televisione. "Si tratta in pratica di uno show che racconta le vicende dei fratelli Jackson", rivela Tito, "Cosa fanno e hanno fatto, il lato musicale delle loro vite, il materiale inciso, la vita pubblica e privata."
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    MTV Italia presente al Cineshow di Torino.

    La nostra rete parteciperà al salone per il cinema, la televisione e la multimedialità che si terrà presso Lingotto Fiere dal 18 al 20 settembre.

    Durante i tre giorni dell'evento, MTV Italia darà a tutti gli ospiti la possibilità di capire meglio ed informarsi sul prossimo passaggio al digitale terrestre che dal 24 settembre coinvolgerà la Regione Piemonte.

    Nello stand allestito da MTV Italia i ragazzi riceveranno tutte le informazioni necessarie per utilizzare il digitale terrestre partendo dalla sincronizzazione dei canali sul proprio televisore. MTV Italia va ricercata e sintonizzata sul numero 8, dove sarà disponibile tutto il palinsesto della nostra rete.

    Inoltre, presso il nostro stand sabato 19 settembre sarà possibile partecipare ad un casting per trovare i nuovi volti per le trasmissioni di MTV! I provini sono aperti a giovani dai 18 ai 30 anni che sognano un futuro nella televisione.

    Partecipa ai casting e sintonizza MTV sull'8: quest'autunno potresti diventare uno dei protagonisti di MTV!
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    Madonna e Janet Jackson lavoreranno insieme? Sembra proprio di sì!

    Dopo aver reso omaggio al defunto Re del Pop Michael Jackson all'ultima edizione degli MTV Video Music Awards tenutasi a New York il 13 settembre scorso, le due pop star potrebbero unire le proprie forze per collaborare ad un tributo dedicato a Jacko.

    Ad affermarlo è il sito internet del quotidiano britannico The Daily Mirror, che specifica che il tributo potrebbe trasformarsi in un eccezionale duetto tra Maddy e Janet.

    Il manager di Madonna ha anche di recente rivelato che la cantante avrebbe desirato raggiungere sul palco Michael Jackson nel tour che lui avrebbe dovuto intraprendere prima della sua scomparsa.
72 replies since 17/6/2008
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