Voti e considerazioni del nuovo capitolo di One Piece

Io continuo a detestare Nika (e Luffy) e tutto ciò che rappresenta. Però sono d'accordo su Kuma, quantomeno su di lui l'ho trovato pertinente anch'io, perché, aldilà del mio odio verso "Mr.eroe dei popoli", il suo apprezzamento verso quello che per definizione rappresenta Nika come dio della liberazione si riflette sul suo vissuto di schiavo. Che poi è una delle poche cose che ho apprezzato davvero del capitolo. Leggendo il flashback, ciò che ha perso Kuma, ancora prima della madre e poi del padre, è proprio la libertà. È cresciuto con il destino segnato per via della sua discendenza, privato di una vita propria e quella che ha vissuto come schiavo di certo non si può definire tale. Il tutto già da quando era un poppante.
Nika per i Buccanieri, e quindi anche per Kuma, dopo che il padre gli ha trasmesso la conoscenza su esso, è sinonimo di speranza: la speranza di raggiungere la liberazione e fuggire dalla loro condizione misera.
Desiderio di liberazione che è ovviamente conseguenza dall'oppressione dei Tenyuurubito.
Nonostante non ci sia stata una costruzione più amplia sulla morte delle persone care (es., morte della madre in off pannel), tuttavia ho trovato la scena in cui viene a sapere dal padre il destino della propria figura materna, cioè la morte, pesante. Era tipo da... boh...anni che non empatizzavo con un personaggio di ONE PIECE.
Ma anche sul modo in cui gli viene riferita, cioè con un sorriso di disperazione da parte del padre, dove dall'espressione facciale (aldilà delle solite candele sul naso) e la frase si percepisce tutto il vano tentativo da parte sua di schiacciare la sofferenza emotiva della perdita coniugale in vista della speranza che ripone nel dio della libertà e del fatto che un giorno li avrebbe liberati da tutto quello schifo. Il concetto di ridere anche di fronte alle disgrazie, mostrato così rende a pieno il mantenere alta la speranza nonostante il grosso fardello di fronte a cose che fanno tutto tranche che ridere. Ciò l'ho trovato (quasi) bello.
Ma poi anche il padre, a malapena gli ha parlato di Nika, e della speranza dei Buccanieri da fuggire un giorno dalla schiavitù e subito dopo viene sparato davanti ai suoi occhi. È proprio il tempismo. Se tipo nello scorso capitolo mi ha fatto storcere il naso il tempismo della spadata di Bonney (al netto che serviva meramente ad esaltare il suo stato d'animo e dare un accento su Saturn), in questa scena l'ho trovato azzeccato.
Pertanto, quando asserisce di voler essere un eroe, è comprensibile e ha un minimo di senso proprio perché ha una corrispondenza con il suo passato di schiavo e col fatto che ha provato ciò sulla sua pelle, provare cosa significa non aver alcuna libertà e cosa significa essere oppressi.
Quindi Kuma è molto empatico verso chi, come lui, è stato od è soggetto alla totale assenza di libertà.
Che poi, molto banalmente, il flashback ha come contenuto prioritario la vicenda di Kuma, ma mette in risalto la contrapposizione da ciò che rappresentano da sempre nel manga i Draghi celesti, ovvero l'oppressione da loro causata verso tutti coloro che sono al di fuori del loro rango, e la libertà, che è quello che ovviamente rappresenta Nika e quindi Luffy.
Sebbene un po' l'ennesimo modo per mettere in contrapposizione le due ideologie antipode, quella di Nika e quella dei Draghi celesti, che va be'.

Poi ribadisco, a me Nika e tutto ciò che lo caratterizza non piace per nulla e la contrapposizione è trita e ritrita. Ma il modo in cui ha raccontato quelle stesse caratteristiche che identificano Nika sulla storia di Kuma, su Kuma, e un po' il tutto in linea generale mi è piaciuto davvero.
Era da un casino tempo che non mi convinceva un background di un personaggio, per questo a 'sto giro mi sento di spezzare una lancia in suo favore.

Ci sta l'ipotesi di tuo fratello, secondo me. Quantomeno non è da escludere.
Sul tempismo, mi riferivo perlopiù al fatto che anche nel momento in cui c'è forse un minimo di felicità - felicità scaturita dalla prima volta che viene a sapere di Nika dal padre e dal fatto che genera in lui una forte speranza di uscire da quella vita oppressiva, tutto ciò viene messo subito in discussione nel giro di nulla.
Per questo ho trovato il tempismo particolarmente riuscito: perché nel flashback tutta questa assenza di libertà legata all'oppressione si percepisce al massimo, non c'è un attimo duraturo in cui tutta la sua sofferenza viene sobbalzata da un qualsivoglia momento temporaneo ma "positivo"; se non appunto il momento in cui gli viene tramandato anche a lui la leggenda di Nika e vediamo la sua reazione a riguardo; cosa che, però, viene a mancare nel giro di un nano secondo, vedendo un peto secondo dopo il padre seccato da un Dragoviano.
Cioè, è proprio il non aver un attimo di respiro che mi ha fatto apprezzare la scena. E di riflesso, si sente ancora maggiormente la bastardaggine dei Draghi Celesti (al netto poi di tutte le cappellate di Oda). E aldilà dell'ipotesi sulla "melodia", che anche secondo me ci può stare.

Ed è proprio per questo che anch'io ho trovato comunque pertinente il perché vorrebbe identificarsi in un certo senso verso ciò che rappresenta Nika, quindi un eroe. Perché raccontato in questo modo il suo vissuto, empatizzo con il personaggio e banalmente comprendo che il suo voler essere una sorta di eroe è legata principalmente al suo background pesante e alla consapevolezza di cosa sia veramente una vita oppressa e senza via di libertà. Comprendo che ci sia un'empatia da parte di Kuma verso gli oppressi, perché lui in primis sa cosa significa. A maggior ragione, se ha avuto il destino segnato.

Per tal motivo trovo la parte su Kuma riuscita.